Brianza, risolto l’omicidio Vivacqua. Cinque spari per chiudere la bocca ad un personaggio che sapeva troppo. Sono cinque le persone che sono state arrestate dai carabinieri di Monza e Brianza con l’accusa di avere ucciso Paolo Vivacqua, l’imprenditore di Desio in provincia di Monza e Brianza, assassinato a colpi di pistola nel suo ufficio il 14 novembre 2011. L’uomo era stato colpito cinque volte mentre si trovava nella sua ditta di rottamazione metalli in via Bramante d’Urbino 1. L’indagine da parte della Procura della Repubblica di Monza è durata tre anni. La soluzione non è stata semplice, ma particolarmente molto complessa. “Una vicenda a base di gelosia, rancore e “oscuri” interessi economici nata e sviluppata nel cuore della Brianza”, l’hanno definita i carabinieri di Monza e Brianza. Dalle carte trovate nella cassaforte di Vivacqua era nata un’altra inchiesta, relativa a un vorticoso giro di mazzette da oltre un milione di euro per ottenere modifiche al Piano Generale di governo di Carate Brianza e trasformare da agricole a residenziali alcune aree della zona. Anni di indagine e poi si è arrivati alla conclusione. Gli ultimi sviluppi dell’indagine riguardano l’omicidio per il quale sono state eseguite le ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti due mandanti del delitto, dell’organizzatore e dei due esecutori materiali dell’omicidio in Brianza. E tra questi spunterebbe, come mandante, anche la moglie di Vivacqua, Germania Biondo. L’imprenditore si stava separando da lei per sposare una donna romena. In manette sono finiti anche Antonino Redaelli e Antonino Giarrana, di 29 e 51 anni, entrambi già condannati uno all’ergastolo e l’altro a 18 anni per l’omicidio di Franca Lo Jacono, uccisa a Desio nel 2012, oltre a Diego Barba, compagno della moglie di Vivacqua e Salvino La Rocca, entrambi di Desio.