A settembre già 200 segnalazioni contro le 288 del 2013. Secondo i dati del Cadom a Monza e in Brianza il fenomeno della violenza contro le donne è in aumento.
Il fenomeno della violenza contro le donne a Monza e in Brianza è in aumento. Lo riferiscono i dati del Cadom, il centro aiuto alle donne maltrattate, secondo cui le donne seguite nel 2013 sono state 288 contro le 243 dell’anno precedente. A settembre 2014 le segnalazioni giunte al centro sono già arrivate a 200. Il numero di minori coinvolti era, rispettivamente, di 225 e di 263. Anche la Procura di Monza, che rileva casi in seguito a notizie di reato che possono anche non essere state raccolte dai centri antiviolenza, segnala come rispetto all’anno precedente siano già un centinaio in più i casi di donne che hanno subito violenze o maltrattamenti.
La situazione è stata illustrata lunedì 29 settmebre nel corso della presentazione del Progetto Diade, promosso dalla rete Artemide, attiva dal 2009. Il progetto prevede l’ampliamento dei servizi attualmente disponibili: dall’accoglienza di ulteriori 4 ore la settimana a Monza, all’attivazione di 3 servizi territoriali a Brugherio, Lissone e Vimercate. Inoltre, tra l’altro, saranno implementate le attività di consulenza legale e di assistenza psicologica, i luoghi di residenzialità protetta e case rifugio, i servizi di mediazione linguistica e culturale, le iniziative di sostegno al reddito e di inserimento al lavoro.
Scopo importante del progetto Diade, che complessivamente costa 380 mila euro l’anno, di cui 80 mila saranno messi a disposizione da Regione Lombardia, è il miglioramento dell’interconnessione fra tutti gli enti e i servizi coinvolti, e del sistema di monitoraggio e di raccolta dei dati sul fenomeno. Importante anche, oltre alle attività di formazione per tutti gli operatori, l’obiettivo che dovrà portare le strutture di pronto soccorso a individuare modalità di accoglienza omogenee (Codice rosa) per la presa in carico di donne che si rivolgono a queste strutture in seguito a violenza domestica.
“Con questo progetto – commenta il vicesindaco Cherubina Bertola – continuiamo a sostenere interventi di aiuto concreto alle donne e ai minori ma anche a finanziare strutturate iniziative di formazione e prevenzione. L’aumento del fenomeno è anche frutto di una maggiore capacità maturata in questi ultimi anni nel cogliere le situazioni di degrado famigliare. Ma tra le cause c’è anche la crisi e le sue conseguenze – continua il vicesindaco -, che amplificano situazioni di disagio già presenti. In questo progetto è anche significativa la presenza di numerosi soggetti e di persone molto motivate. Per risolvere il problema è ormai necessario mettere al centro della nostra attenzione e intervento anche le problematiche e i disagi espressi dalle figure maschili”.