Villa reale: Monza perde il Gran Premio della rosa più bella al mondo. Rosa, rosae.. rosarum e dal 2017 solo “rosellina”. Latino a parte, ci verranno a raccontare tante cose, ma la sintesi è questa. Sono finiti i tempi di quando Grace Kelly, la signora dell’eleganza, faceva da madrina al concorso di Monza e aveva una sua rosa preferita made in Monza. Un concorso, anzi “il concorso” primo per eccellenza al mondo che riuniva tutti i produttori più qualificati del globo voluto da Niso Fumagalli il fondatore dell’impero Candy. Uno dei “gioielli” per cui Monza era conosciuta nel mondo degli appassionati di di un fiore stupendo come lo può essere una rosa. Certo sarà stata pure una gara elitaria, non tutti possono permettersi di coltivare a quei livelli rose, ma recentemente scomparso il patron della Candy Peppino Fumagalli, gli eredi hanno deciso di ridimensionare il loro impegno internazionale. Certo la concorrenza spietata di Lione, certo la crisi, ma la “scusa” trovata di far “respirare il terreno assomiglia un po’ come se a Montecarlo decidessero di saltare un Gran premio di Formula uno perché debbono asfaltare la strada.
LE SPINE – Dopo 50 anni il terreno del roseto della Villa reale di Monza, dove da decenni sono ospitate le rose più belle del mondo, ha bisogno di riposare (le rose in concorso quest’anno sono state piantate tre anni fa come regola vuole). E quindi niente concorso internazionale per il 2016. Sì, la concorrenza di Lione che quest’anno ospita il XVII congresso mondiale della rosa si fa sempre più serrata. Sì, che magari dal 2017 non si chiamerà più concorso internazionale, ma festival ad uso e consumo del popolino. Fatto sta che il roseto della Villa reale ha perso la sua leadership mondiale nel campo.
LA CONCORRENZA – A partire dalla primavera fino al 10 ottobre, Lione è la capitale mondiale della Rosa 2015. L’organizzazione prevede visite di giardini, come i Roseti del Parco della Tête d’Or o il giardino della Bonne Maison con le sue varietà di rose antiche, percorsi e mostre nei musei e nelle biblioteche. Il tutto coronato dal Festival delle Rose. Un po’ quello che vuole fare Monza per non sparire.
L’ANNUNCIO – Venerdì 22 maggio da Silvano Fumagalli, presidente dell’Associazione italiana della rosa, nel corso della premiazione della cinquantesima edizione della manifestazione al Roseto “Niso Fumagalli” della Villa reale. «Il terreno- ha spiegato il presidente-si è impoverito dopo cinquant’anni di concorsi e ha bisogno di riposare. Inoltre dobbiamo trovare una disposizione più razionale della zona dedicata ai rampicanti». Già lo scorso anno gli organizzatori avevano valutato l’opportunità di annullare un’edizione del concorso, ma hanno dovuto procrastinare la loro decisione. Poi ci si è messo di mezzo Expo e la nostalgia per il vecchio, ma saggio Peppino. Un disimpegno palpabile pure nell’edizione di quest’anno. Stile, eleganza e bellezza della “materia” in gara non sono certo mancati. Quello che non c’era era una madrina all’altezza della situazione come da tradizione. Segnale pure questo che spingerà gli organizzatori verso il festival meno elitario e più popolare.
LA ROSA – E venerdì la giuria internazionale ha assegnato il premio più ambito. Quello riservato alla rosa più profumata è andato ad un fiore danese denominato Racquel, presentato dall’azienda Poulsen Roser. Le rose in gara erano 78 presentate da 28 rosaisti provenienti da Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Serbia, Svizzera, Spagna e Italia. Il titolo di più bella rosa italiana è andato ad un fiore creato dalle Rose Barni mentre ad aggiudicarsi il premio assegnato dal comune di Monza per la miglior rosa per l’arredo urbano è stata una rosa del francese Alain Meilland della Meilland International.
LE VISITE AL ROSETO DI VILLA REALE – Il roseto Fumagalli nei mesi di maggio e giugno sarà aperto (ad esclusione del 2 giugno) da martedì a venerdì dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Marco Pirola