L’area dismessa visitata dai vandali interessata da una grossa speculazione immobiliare
Vandali Monza abbattano la palizzata in legno che una mano “pietosa” aveva provveduto ad installare da qualche settimana per ricoprire l’ex cinema Maestoso. Vandali in azione nella notte in attesa dell’arrivo delle ruspe. Perché la zona, è molto appetita dagli “immobiliaristi”. A meno di 100 metri dall’ex area “Ugo Forti“. Altri mattoni, solite facce. Ma andiamo con ordine.
Vandali Monza: il fatto
Sono entrati in azione attorno all’una e 20 della notte tra domenica e lunedì. I botti della palizzata in legno hanno svegliato dal sonno tutto il quartiere. L’intera palizzata di legno che era stata posta a protezione dello storico glorioso, ma ormai abbandonato cinema Maestoso è “tirata giù” senza che nessuno vedesse nulla. Vetri spaccati presi a sassate la scritta: “Voi costruite, noi distruggiamo” su di un muro vergata con vernice bianca. Ma la storia della zona fatta è fatta anche di degrado, vandalismi, ingressi notturni, bivacchi di barboni e feste più o meno proibite proibite al profumo di droga durava da anni nell’edificio fra l’ospedale San Gerardo e la cosiddetta zona residenziale vip nelle vie dei musicisti. Ma anche di altri mattoni. Un’area da “ricchi” come l’ex zona “Ugo Forti” dove al posto della terra rossa dei campi da tennis sta nascendo un complesso residenziale. Mattoni quelli della “Ugo Forti” messi uno dopo l’altro da un grosso operatore immobiliare di Monza. Lo stesso che qualche anno fa a Muggiò era in società con i cinesi del Magic Movie. Lo scatolone di cemento abbandonato e di cui non si sa che fare. Ed ancora altro cemento questa volta quello “buono” targato sinistra di governo come nell’ex casa d’aste.
Vandali Monza: Il Maestoso e altro cemento
L’ultima pietosa soluzione di innalzare una palizzata in legno per nascondere il degrado. Una trentina di pannelli sono stati abbattuti un paio di giorni fa dai vandali. Stanotte hanno finito il lavoro. Qualche giorno fa un gruppo di Street Art specializzato nel coprire i cantieri più degradati aveva colorato le palizzate scrivendoci sopra a caratteri cubitali: “C’è bisogno d’arte”. Li hanno presi quasi in parola…
Marco Pirola