Dopo il terremoto giudiziario, ora a rischio anche i posti di lavoro di centinaia di dipendenti. È la Viesse di Andrea Oddo, l’imprenditore di 44 anni finito in carcere al termine di una lunga ed articolata indagine della Guardia di Finanza di Monza che, scavando nella contabilità della holding creata dallo stesso Oddo – una galassia di una decina di società nate da una piccola impresa di pulizie – avrebbe riscontrato una maxi frode per 50 milioni di euro su un fatturato che ammontava a circa 80 milioni.
Sotto sequestro anche il patrimonio dell’imprenditore che conta villa a Lesmo, attico in Sardegna, una ventina tra villette e appartamenti in Brianza, oltre a vari terreni e capannoni. Nonostante le ammissioni dal carcere, il gip Giovanni Gerosa ha negato comunque gli arresti domiciliari, così Oddo dovrà restare in carcere. Chi, invece, attende di conoscere il proprio futuro sono gli 800 dipendenti del suo impero multiservizi.
I sindacati non hanno nascosto i loro timori: si tratta di 10 società attive in molti settori, dalla vigilanza alle mense scolastiche, rimaste praticamente prive di una guida. In questi giorni, dopo il tornado giudiziario, numerosi dirigenti stanno lasciando la Viesse, con il rischio di indebolire ulteriormente la realtà di Usmate e quindi di peggiorare la situazione dei lavoratori.
I rappresentanti dei lavoratori hanno inviato una lettera alla Prefettura e ai Comuni interessati per sollecitare un intervento istituzionale. Anche perché nel frattempo le stesse società stanno fallendo, come è già avvenuto per la controllata Afo Ambiente che gestisce la discarica di Concorezzo e già colpita da un incendio lo scorso 8 settembre. Il tempo stringe e la situazione si fa sempre più seria.