Ubriachi assaltano bar di Arcore

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Arrestati dai carabinieri tre romeni

Ubriachi, molesti, convinti di essere padroni della terra ed ora pure in manette. Ubriachi fradici dopo una notte brava passata da una bottiglia all’altra. Una notte da sballo finita male. Per loro e per il proprietario del locale. Oltre ad un’ignara passante che ha avuto il torto di dare la mano al titolare del locale. Sabato all’alba in un bar di Arcore. Interno notte visto che l’alba si faceva attendere. Nelle primissime ore della mattina, tre cittadini romeni, dell’82, ’86 e ’91, dei quali due con precedenti di polizia rispettivamente per guida in stato d’ebbrezza e rapina, e il terzo incensurato, sono stati tratti in arresto dai militari della Compagnia Carabinieri di Monza.

UBRIACHI: LE ACCUSE – resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, minacce e danneggiamento. il terzetto è stato condotto nel carcere di via Sanqurico a Monza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

UBRIACHI: LA STORIA – Tutto è iniziato quando il titolare 41enne di un bar di via Gorizia ad Arcore, giunto l’orario della chiusura al pubblico, ha provato ad accompagnare all’uscita i tre romeni. Questi, ormai completamente ubriachi e incapaci di ragionare, hanno minacciato l’uomo perché volevano dell’altro alcol. Poi non contenti delle minacce hanno impugnato bastoni di legno trovati sul marciapiede davanti al locale e colpito ripetutamente le porte del bar, danneggiandole seriamente. Nel parapiglia, un’italiana 51enne ha riportato ferite lacerocontuse alla mano ed alla caviglia destra. La donna medicata dai sanitari del pronto soccorso, se la caverà con una fasciatura e una prognosi di 15 giorni. Mentre i pochi avventori ancora presenti all’interno del bar, davano manforte al proprietario nel tenere chiuse le porte e nell’impedire agli energumeni di rientrare, è stato subito chiamato il centralino del 112. All’arrivo dei Carabinieri, la furia dei tre ubriachi si è rivolta contro i militari dell’Arma. Questi ultimi dopo una breve, ma intensa colluttazione, sono riusciti  a disarmarli, immobilizzarli. Poi le manette e la trasferta in carcere per smaltire la sbornia.

Marco Pirola

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