Triuggio, dopo 25 anni Serenella Corbetta lascia la politica
Triuggio non sarà più la stessa. Un addio che pesa nel centrodestra, ma anche in tutta la vita politica della comunità brianzola. Che piaccia o no. Per sua scelta (di Serenella) la Triuggio politica diventa più povera da domani sera. O meglio: meno ricca intellettualmente. Serenella Corbetta si dimette dal Consiglio comunale dopo cinque lustri. Dimissioni irrevocabili presentate ai colleghi di banco e che saranno protocollate in Comune l’indomani. Ora più, ora meno, la decisione è presa. Lei era diventata un’istituzione da quelle parti non solo per il centrodestra o i rottami che rimangono e che si fanno chiamare così. Motore e benzina della città intera. Serenella. Sinistra compresa cui teneva testa dai banchi della giunta prima e dell’opposizione poi. Un po’ di stanchezza dopo 25 anni di servizio permanente ed effettivo nei ranghi democristiani. Che si chiamasse Dc o Pdl sempre in quella direzione ha guardato. Un po’ di delusione per via di quel sole molto basso della politica del centrodestra attuale dove anche i nani sembrano giganti. Un po’ zingara e un poco di voglia di mischiare le carte. Serenella se ne va. Senza polemica, ma con un filo di delusione alle spalle. Dante Oreste Orsenigo, suo mentore, politico di altri tempi e di ben altro spessore rispetto agli attuali, diceva che uno può cambiare partito, ma un democristiano rimane tale anche da morto. Qualche lacrimuccia e pure un filo di magone per il passo sofferto. In fondo è sempre stata una “sentimentalona” mascherata da donna in carriera. Dietro al tacco 12 e al decoltè più generoso della Brianza, si nascondeva e nasconde una grinta ed intelligenza fuori dal comune. Cose rare in una fazione politica come quella dove militava lei più attenta alle igieniste dentali con le tette (Nicole Minetti) che a donne con la testa di un ingegnere come lo è Serenella. Ma la politica è fatta così. La vecchia guardia passa in seconda fila soppiantata dai signori e signorine delle tessere, dei posti per i figli, delle spese alle spalle della comunità mascherati da chissà che. E Serenella che ha sempre messo di tasca sua (soldi per la campagna elettorale compresa…) non poteva stare dentro un contenitore vuoto ed anestetizzato mischiata ai rampanti da tastiera. Vuoi che sia il Consiglio comunale dove il consigliere veste ormai il ruolo di “schiacciabottoni”. Vuoi in un partito dove non è rimasto più neppure il bottone da schiacciare. Ed ecco allora l’addio. Un ringraziamento ai “fedelissimi”, un saluto ai dipendenti comunali che l’hanno seguita sino alla Waterloo di una scoffita elettorale alle ultime amministrative dovuta ai tempi e non alla persona. Conoscendola sono sicuro che il suo non è un addio, ma un arrivederci. A tempi migliori. A quella voglia di fare che, passato il momento di stanchezza, son sicuro tornerà. A quella grinta cui ci ha abituati ora finita “in sonno”…
Marco Pirola