Terremoto Lissone: si spacca il Listone e Beretta rischia il posto

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Terremoto Lissone: si spacca il Listone

Terremoto Lissone. Crack. E alla fine il Listone si spacca. Fragorosamente. Era nell’aria da tempo. Solo l’assessore Roberto Beretta fingeva fosse tutto sotto controllo. Balle. Forse illudendosi di salvare la “girba” che in politica sta per la poltrona. Due consiglieri se ne vanno dal Listone e formano un nuovo gruppo: Lissone la mia città. Un terzo è in arrivo dall’ala sinistra della maggioranza. La politica di sinistra che governa Lissone, va in fibrillazione ad un anno o poco più dal voto per il rinnovo del Comune.

TERREMOTO LISSONE: LA ROGNA – Ora sul tavolo del sindaco Concettina Monguzzi arriva l’ennesima “rogna”. Che fare? Salvare “farfallino” Beretta confermandogli la poltrona, un assessore che nessuno vuole più grazie al suo carattere “spigoloso” (ho usato un eufemismo) o dare retta alle voci che vogliono un cambiamento di marcia in vista delle elezioni per rimettere in moto una macchina imbolsita dalle poltrone? A sì, dimenticavo. Perché il prossimo giro di giostra sarà proprio quello che riguarda la poltrona di Beretta. Il sindaco è stato già informato dai fuoriusciti del Listone e dal terzo. O lui o noi. Prendere o lasciare. Prenderà, prenderà. Concettina prenderà. Stiano tranquilli i detrattori della maggioranza come quella volpe di Daniele Fossati o il provocatore Stefano Battocchio. Il suo obiettivo (del sindaco) è cercare di andare a Roma quando si voterà per le politiche ed ha bisogno di voti. Tanti. Per battere la concorrenza interna del Pd. Non delle piazzate di Beretta che spaventano la gente e pure i bambini. Nino Zagari se ne va. Alessandro Merlino pure. Nasce, o negli rinasce “Lissone la mia città“. A breve anche Tino Basile, ex Italia dei Valori poi passato con i civatiani di Possibile mollerà il colpo per unirsi ai due. Tre consiglieri e nessun assessore. Le leggi della politica sono un po’ come quelle della Fisica. Non discutibili. Qualcuno in giunta dovrà mollare la poltrona. Per questa scelta Roberto Beretta è il candidato che corre in pole position. Questo lo sa da giorni. Lui, sino ad oggi vero sindaco della città di Lissone e “padrone” incontrastato del Listone, viene messo in discussione. In giunta. Fuori. Nel Listone. In città. Il “re è nudo”. Lo dicono pure i suoi parrocchiani. Il suo nervosismo di questi giorni, sfociato nel suo intervento in Consiglio comunale contro il consigliere d’opposizione Stefano Battocchio è stata la spia più evidente.

TERREOMOTO LISSONE: NINO ZAGARI – Lo storico fondatore della Lista civica di cui anche il sindaco Concettina Monguzzi è espressione, non è uno di quelli che le manda a dire. Che la sua convivenza forzata con Roberto “farfallino” Beretta fosse agli sgoccioli si era capito da tempo. Le invasioni di campo di Beretta, l’arroganza con cui quest’ultimo ha portato avanti progetti ed idee. Le divergenze sull’assessore all’Urbanistica prima Maria Rosa Corigliano, durante e dopo l’elezione di Concettina. O meglio di “Gonge” come a volte il dialetto calabrese fa scappare a Zagari di dire in senso affettuoso. Lissone, la mia città è una Lista civica “in sonno” che fu fondata nel 2000 sull’onda delle proteste popolari alla frazione Santa Margherita contro l’inceneritore. Ora rinasce ed è destinata a giocare un ruolo fondamentale nella politica di Lissone. Del resto Beretta non può lamentarsi. Non rimarrà disoccupato. E poi ci sono sempre le panchine ad attenderlo. Poltrone che i contribuenti lissonesi hanno pagato mille euro l’una e che sono sparite dalla circolazione. Zagari una “risposta politica elegante” anche a questo quesito l’ha già data. Mollandolo al suo destino…

Marco Pirola

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