Finito il restauro, la cappella di Teodolinda riapre al pubblico
La regina Teodolinda torna per un giorno a Monza. Venerdì 16 ottobre la cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza riapre al pubblico e ai suoi concittadini. L’ appuntamento con Monza è fissato alle 11 con ingresso gratuito fino alle 18. Un’apparizione la sua perché il lavoro di ricerca e monitoraggio continua. I lavori di restauro sono finiti nel Duomo di Monza. Almeno la parte più difficile, ma il lavoro di monitoraggio dei restauratori continuerà. Ed allora quale migliore occasione per mostrarsi alla città di Monza nel proprio splendore. Almeno per un giorno.Tutto è pronto per la restituzione della cappella alla città.
LA CERIMONIA – Dopo i saluti istituzionali e la consegna ufficiale delle chiavi della cappella nelle mani dell’arciprete monsignor Silvano Provasi, il capolavoro patrimonio dell’intera città di Monza, sarà ufficialmente illuminato e aperto al pubblico. Per l’intera giornata, e fino alle 18, si potrà accedere e visitare gratuitamente la cappella.
LA STORIA DELLA CAPPELLA DI TEODOLINDA – La cappella di Teodolinda si trova nel duomo di Monza a sinistra dell’abside centrale. Vi si conserva, in un’apposita teca nell’altare, la corona ferrea inoltre è decorata da un ciclo di affreschi degli Zavattari, famiglia di pittori con bottega a Milano, che è il maggior esempio di ciclo pittorico dell’epoca tardo gotica lombarda. La cappella venne eretta, insieme alla gemella di destra dedicata alla Vergine, nell’ambito della rielaborazione della testata absidale che coinvolse la fabbrica trecentesca alla fine del XIV secolo. Non è chiaro se pitture murali che la rivestono siano state commissionate dal duca Filippo Maria Visconti, del quale è raffigurato lo stemma con la scritta “FI MA“, oppure costituiscano il riflesso di un orientamento locale favorevole ad una successione interna alla dinastia attraverso Bianca Maria Visconti, figlia naturale di Filippo Maria, andata in sposa nel 1441 a Francesco Sforza, la cui figura s’intravvede in filigrana dietro le vicende della regina longobarda. Come ha chiarito un decumento notarile rinvenuto alcuni anni fa, la decorazione fu realizzata dalla famiglia Zavattari tra il 1441 circa e il 1446. “Dominus” dell’impresa fu Franceschino Zavattari, figlio del mastro vetraio Cristoforo, coadiuvato dal figlio maggiore Gregorio e da un altro figlio Giovanni (un terzo figlio, Ambrogio, di cui è nota l’attività non è menzionato). Nel 2008 è iniziato un programma di restauro dei dipinti, affidato ad Anna Lucchini e coordinato dalla Fondazione Gaiani con il sostegno del World Monument Found, che si è concluso nel gennaio 2015.