Tasse sparite, una bancarotta e cinque arresti. Detta così sembra il titolo di un film, ma non è dello stesso parere la Guardia di Finanza che ha messo le manette a due vecchie conoscenza anche della scena Monzese e brianzola. Stefano Bruni, 54 anni, ex sindaco di Como dal 2002 al 2012 in quota a Forza Italia prima e Pdl poi e Daniele Bizzozero, attuale patron del Calcio Lecco e un tempo anche del Seregno calcio.
Tasse sparite: la vicenda contestata
Il quintetto, secondo la Procura, riscuoteva le tasse per conto dello Stato, poi faceva sparire il denaro, comprando pure due ranch, uno in Wyoming e l’altro in Botswana. A carico di Bruni, il gGiudice delle Indagini preliminari individua il pericolo di reiterazione del reato anche perché l’ex primo cittadino “ha operato professionalmente” anche per la “ricapitalizzazione del Calcio Monza” e quindi andava arrestato. Queste e altre condotte, dice ancora chi rappresenta l’accusa, hanno portato “danni ingenti all’azienda” incaricata di riscuotere le tasse per centinaia di comuni italiani. Dunque, conclude il gip nell’ordinanza, hanno precluso la possibilità di salvarla “insieme ai 600 posti di lavoro esistenti all’inizio del 2015”.

Tasse sparite: i titoli “farlocchi”
Bruni, è coinvolto in qualità di commercialista nell’inchiesta nata dal fallimento di un’agenzia di riscossione tributi di Pesaro. Stessa situazione per Daniele Bizzozero, patron del Calcio Lecco, che, peraltro, lo scorso 5 aprile era finito agli arresti domiciliari per un’altra indagine. L’azienda di Pesaro (la Mazal – gruppo Kgs – cui è stata riconosciuta dal tribunale fallimentare di Milano l’insolvenza fraudolenta) secondo quanto ricostruito, si sarebbe avvalsa di titoli emessi da Jp Morgan per ottenere il via libera ministeriale ad agire come agente riscossore pubblico. La Mazal aveva presentato le proprie credenziali sotto forma di titoli che poi, però si sono però rivelati privi di valore. Bruni, stando all’accusa, sarebbe stato l’intermediario nell’operazione d’acquisto delle obbligazioni. Sul conto dell’ex sindaco la finanza avrebbe trovato 170mila euro ottenuti da Mazal quali compenso per l’operazione.
Tasse sparite: milioni di tributi sottratti allo Stato
La vicenda risale a marzo del 2014, quando è stato arrestato, con l’accusa di peculato, Daniele Santucci, uomo vertice di Aipa, società incaricata da oltre 800 comuni italiani di riscuotere tributi locali. Santucci è stato accusato di sottrarre, tramite alcuni artifici, denaro alle casse pubbliche. Ieri (giovedì 26 maggio ndr) i cinque arresti eseguiti dalle Fiamme Gialle di Lecco coordinate dal pm milanese, Donata Costa (una vecchia conoscenza del Tribunale di Monza). Oltre a Bruni e Bizzozero sono stati fermati anche Demers Johannus, cittadino olandese residente in Svizzera, due italiani residenti in provincia di Milano e uno in provincia di Pesaro. Il danno causato dagli arrestati ad Aipa (cui è stato revocato il concordato preventivo) e a Mazal ammonterebbe ad almeno a 150 milioni di euro. Secondo le indagini Luigi Virgilio, manager che avrebbe dovuto traghettare Aipa fuori dalla situazione difficile in cui si trovava a causa della precedente gestione, avrebbe continuato invece “a drenare risorse pubbliche”. Nell’ambito dell’operazione, battezzata “Margin Call”, tutti gli arresti sono stati eseguiti, spiegano dalla finanza, “nei confronti di individui che hanno contribuito a vario titolo a cagionare la bancarotta di due società (Mazal e Aipa, appunto, ndr) incaricate di pubblico servizio”. Con Aipa in stato di pre-fallimento, Virgilio, senza una trattativa pubblica, avrebbe poi affidato i contratti di riscossione per conto degli enti locali alla Mazal, neo-costituita, il cui capitale sociale, come detto, è risultato di fatto nullo. E’ qui che Bruni e Bizzozero entrano in scena: per costituire il capitale della Mazal (18 milioni di dollari americani in obbligazioni Jp Morgan e due polizze fideiussorie per 10 milioni di euro, pure queste prive di valore) il patron del Lecco Calcio si è rivolto all’ex sindaco. Secondo la finanza, i due hanno svolto “un ruolo assolutamente attivo nella intermediazione, contrattazione e acquisto dei titoli introducendo Johannus, che in una banca estera deteneva centinaia di milioni dei titoli Jp Morgan”. L’operazione ha portato al sequestro di beni e liquidità per oltre 4 milioni di euro e di tutti i titoli.