Tangenti Monza, piange e parla l’imprenditrice coinvolta nello scandalo Sanità
Tangenti Monza, pianti e prime ammissioni nello scandalo Sanità. Ma anche una memoria scritta in questi giorni dalla donna nella sua cella del carcere milanese di San Vittore. E’ scoppiata a piangere Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice arrestata nei giorni scorsi nell’inchiesta di Monza sul malaffare nella Sanità lombarda che ha portato in cella anche il consigliere regionale lombardo il leghista Fabio Rizzi e altre 7 persone. Sette ore di interrogatorio fiume nella sala colloqui del carcere di San Vittore. La “zarina” dell’odontoiatria (affari per 450milioni di euro grazie ad appalti taroccati ndr), in alcuni momenti tra le lacrime, davanti al pubblico ministero di Monza Manuela Massenz, ha fatto qualche ammissione sul giro di tangenti e assunzioni in cambio di appalti, ribadendo più volte di voler ed essere pronta a “collaborare” affinché “emerga la verità”.
TANGENTI MONZA – L’interrogatorio è iniziato attorno alle 10 di ieri. Un faccia a faccia tra imprenditrice e pm che sostiene l’accusa e che è durato oltre sette ore senza interruzione. Sette ore in cui, come ha spiegato l’avvocato difensore della donna, Leonardo Salvemini, Maria Paola Canegrati ha cominciato a spiegare scendendo anche nei dettagli e a dare risposte molto circostanziate alle domande fatte dall’accusa. Inoltre è stata depositata una corposa memoria difensiva. La prima parte dei “ricordi” di Maria Paola Canegrati sulle vicende contestate. Un memoriale che fa tremare molti anche in Brianza.
TANGENTI MONZA – Il Giudice delle Indagini preliminari monzese in precedenza aveva respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla donna. La motivazione er il giudice di Monza è: “non è mutato il quadro indiziario” nonostante si sia dimessa da tutte le cariche societarie. L’istanza è stata riformulata al termine dell’interrogatorio che la donna ha reso davanti al pm Manuela Massenz.