Catturati a Lissone i tre banditi che hanno assaltato un Ufficio paghe
Seregno rapina spettacolare. Il copione degno di un film anni Settanta. Dodici persone rimaste in balia di tre rapinatori pericolosissimi. Tutti e tre usciti dalla galera da poco. Armati fino ai denti con fucili e pistole. E per rendere la pericolosità del terzetto, basta dire che un malvivente anni fa aveva ucciso una guardia giurata durante un conflitto a fuoco.
Seregno rapina: il fatto
Mattinata da incubo lunedì nell’Ufficio amministrativo di una società contabile in zona quartiere San Salvatore. I banditi hanno atteso l’arrivo delle tre impiegate, verso le 8 del mattino. Passamontagna, guanti, fare deciso. Hanno sorpreso le impiegate puntando loro in faccia le pistole. “Adesso voi eseguite gli ordini, altrimenti vi uccidiamo”. Le tre donne hanno ubbidito terrorizzate. Sono state costrette anche a ricevere i clienti come se niente fosse. Una volta varcata la soglia, i commercianti, arrivati negli uffici per consegnare l’incasso, si ritrovavano faccia a faccia con i rapinatori. I banditi, dopo averli intimoriti con le pistole, li hanno obbligati a consegnare l’incasso. Quindi uno ad uno, dopo aver legato mani e piedi con un nastro adesivo, li hanno rinchiusi nello sgabuzzino. Avendo l’accortezza di separare gli uomini e le donne. Alla fine legati e imbavagliati sono finiti in nove.
Seregno rapina: il bottino e la cattura
In tutto 41mila euro. Poi i malviventi sono fuggiti, avendo tutto il tempo per dileguarsi. Verso 11.30 dopo uno dei prigionieri è riuscito a liberarsi a suon di calci contro la parete in carton gesso, sfondandola. Immediatamente è scattato l’allarme. Dopo aver liberato gli ostaggi i carabinieri di Seregno si sono messi sulle tracce dei rapinatori. Grazie al dispiegamento di uomini e di mezzi, in poche ore i militari dell’Arma al comando del capitano Danilo Vinciguerra e quella di Desio di Mansueto Cosentino, sono riusciti a scoprire dove i rapinatori fossero nascosti. I rapinatori hanno utilizzato un furgone bianco che avevano usato per fare il colpo, rubato pochi giorni prima in Albania, questo li ha traditi. Si erano ritrovati nella casa di uno dei tre, a Lissone. Quando gli uomini dell’Arma hanno fatto irruzione nell’abitazione, i tre stavano ancora discutendo su come dividere il malloppo. I rapinatori hanno utilizzato un furgone bianco che avevano usato per fare il colpo, rubato pochi giorni prima in Albania, questo li ha traditi. Ora sono in via Sanquirico nel penitenziario di Monza a disposizione del magistrato.