Seregno Aeb il sindaco Alberto Rossi deve essere un grande collezionista. Di voti sicuramente dopo il successo elettorale di qualche mese fa a dispetto dell’inchiesta su di lui e su i suoi sodali. Ma anche di figure di merda direbbe Vittorio Sgarbi. Visto quello che pensa di lui la Procura di Monza in merito alla vicenda vendita di Aeb. Ma quale vendita! Un autentico tarocco. Una società pubblica “svenduta” neanche al miglior offerente, ma proprio al primo che è capitato dalle parti del suo ufficio. L’accusa, messa nero su bianco, si chiama turbativa d’asta a casa mia che non sono nessuno. Ma anche sul pianerottolo di Salvatore Bellomo, il magistrato che con grande perizia, tatto, sensibilità, accortezza, acume, ho finito la saliva… ed userei solamente il termine: lentezza, ha chiuso le indagini due anni dopo i fatti. Giorno più, giorno meno.
Seregno Aeb il sindaco e i risvolti politici della vicenda
Non è solo un “affare” che riguarda Seregno e il danno milionario ai cittadini che pagano le tasse. C’è un risvolto politico che riguarda la sinistra, il Pd in particolare. Con “strani” personaggi (fin troppo conosciuti a livello locale e regionale) mandati in giro da Rossi o dal partito (a noi non è dato sapere…) a perorare la causa svendita Aeb nei comuni limitrofi i cui sindaci della stessa “parrocchia” politica qualche dubbio avevano sull’operazione. Il secondo è che il Pd ci canta una mezza messa quando sostiene che è venuta a cadere l’accusa di corruzione. In sostanza avrebbero alterato la cessione di un’azienda pubblica gratis? Evidentemente sì. Valli a capire questi comunisti. Non si fanno nemmeno pagare quando taroccano le gare. Ma io aggiungo una terza riflessione e un punto a loro vantaggio. I tempi del processo volano spediti verso la prescrizione del reato. Tra qualche anno Rossi potrà fregarsi le mani sostenendo di essere stato assolto come hanno fatto e detto alcuni tangentari seregnaschi in passato. Peccato per loro, ma per fortuna per noi, esiste la Corte di Conti che seppur lenta è implacabile. Altro che depotenziarla come vorrete qualche politico di nuovo corso. Ne andrebbe ampliata la competenza.
Seregno Aeb il sindaco che succede?
Nulla. In un paese non dico normale, ma prossimo alla normalità, in una città “occidentale”, in una realtà del Nord Italia e non della profonda Calabria regno dell”Ndrangheta, il sindaco si sarebbe dimesso seduta stante. La Lega un tempo Nord (ora non si sa più che cosa o meglio di dove), insomma il Carroccio vecchio stampo (e qui mi fanno rimpiangere Cesarino Monti) sarebbe già in piazza con cartelli e striscioni inneggianti alle “pantegane rosse”.
Il silenzio non dà gas alle polemiche
Fratelli d’Italia, in parte già Alleanza Nazionale, in passato remoto già Movimento Sociale Italiano (si può ancora scrivere il nome senza incorrere in guai giudiziari o nell’ira degli “antisfasciti” di turno?) avrebbero imbracciato il megafono e da uno scalcagnato furgoncino Ape avrebbero arringato gli astanti sotto Palazzo Landriani. Con tanto di lancio di monetine finale. Ma erano altri tempi. Sulla gestione della vicenda qualcosa anche la destra ha da farsi perdonare. Magari qualche recente convegno. In cui l’ospite d’onore era proprio uno (anzi una) che è considerata dal magistrato il perno della turbativa d’asta che ha creato questo pasticcio. È di sinistra, è presidente ed ora è pure nell’elenco dei reprimendi. Chissà chi l’avrà portata al convegno della destra. Che ci faceva esibita ai camerati astanti come il leone del circo? Invece? Niente di niente. Nessun elicottero della Procura si è levato in volo stamattina sulla casa del sindaco come era accaduto per il suo precedessore Giacinto Mariani poi assolto per l’avviso di garanzia. Lui, Mariani si era dimesso. Rossi è andato al Brico a comperare il Bostik per la poltrona. Nessun corteo antifascista a difesa del diritto dei cittadini di Seregno di non vedere svalutata l’azienda. Garantismo è la parola chiave. Garantismo a senso unico e magari qualche rosario all’oratorio dove Rossi è popolarissimo due ceri accesi alla Madonna per il futuro processuale. Va beh bagattelle. La notizia è un’altra e la potrete leggere sotto. Che se no l’algoritmo mi sgrida perchè l’articolo è troppo lungo…
marco pirola
Seregno indagato sindaco per il “tarocco” Aeb
Seregno indagato il sindaco Alberto Rossi per la fusione tra l’azienda “nostrana” Aeb e il colosso A2a. Con lui nei guai un assessore e il segretario generale. La Procura di Monza ha concluso le indagini sulla turbativa d’asta del gruppo AEB. Le notifiche sono arrivate a Loredana Bracchitta, presidente del consiglio di amministrazione di AEB spa, la società a cui è affidata la fornitura e la gestione dei servizi del gas metano, dell’energia elettrica e della raccolta dei rifiuti partecipata per la maggioranza dal Comune di Seregno e per il resto da altri Comuni della Brianza). Al sindaco di Seregno Alberto Rossi. Giuseppe Borgonovo, assessore alle partecipate del Comune di Seregno. A Alfredo Ricciardi, segretario generale del Comune di Seregno. Giovanni Valotti, presidente di A2A e a Pierluigi Troncatti, quale partner di Roland Berger srl. Il sindaco è in bella compagnia.
L’accusa
Secondo l’accusa, “al fine di condizionare la scelta del contraente e favorire la società A2A, turbavano il procedimento amministrativo relativo all’operazione di integrazione societaria e industriale con AEB, che si concluse, con delibera del 20 aprile 2020 del Consiglio Comunale del Comune di Seregno, effettivamente in favore di A2A”. I mezzi fraudolenti sarebbero stati, secondo la Procura, “in un accordo predefinito” per “il mancato ricorso alla prevista procedura pubblica” e “nella manipolazione dei dati degli asset di A2A” nonchè “attraverso la prospettazione di una insostituibilità derivante da scenari di crescita e sviluppo del gruppo AEB che non si sarebbero conseguiti con l’aggregazione ad altri operatori”. Una prospettiva considerata invece “artefatta”. Il sindaco Alberto Rossi e Borgonovo sono accusati di avere di avere “supinamente recepito tutte le indicazioni” fornite dai coimputati, mentre Ricciardi è accusato di avere “avallato con parere favorevole la procedura illegittima adottata”. Bracchitta e Troncatti sono infine accusati di “avere turbato la procedura negoziata relativa alla scelta dell’Advisor industriale” per “favorire la società Roland Berger”. I fatti contestati vanno dall’ottobre 2019 all’ottobre 2020″