Ridotte le pene per Massimo Ponzoni, assolto Rosario Perri
Sentenza processo Ponzoni. L’appello. Cinque anni e dieci mesi per l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni (contro i dieci del primo grado). Assoluzione per il cardinale nero, al secolo Rosario Perri, ex assessore alla Provincia di Monza e Brianza. I giudici monzesi lo avevano condannato a cinque anni e sei mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Condanna a tre anni per Antonino Brambilla, già assessore in Provincia (cinque anni in primo grado). Due anni e sei mesi per l’imprenditore Filippo Duzioni (tre anni e due mesi in primo grado). Assolto anche in secondo grado per la vicenda di Giussano. Processo da rifare e quindi prescrizione in vista per Franco Riva, commercialista di Giussano (2 anni e sei mesi in primo grado per avere tentato di aiutare Ponzoni a non fare fallire le societa’ immobiliari.).
Sentenza processo Ponzoni: la Corte d’Appello di Milano
Pene ridotte oggi (lunedì 26 settembre ndr) rispetto a quanto deciso ad aprile 2015 dal Tribunale di Monza presieduto da Patrizia Gallucci. Tre ore di Camera di Consiglio e alle 13.30 il verdetto. Un sospiro per Massimo Ponzoni mentre l’avvocato Luca Ricci spulciava i capi di imputazione. La sua difesa processuale ha sortito in parte gli effetti desiderati. Su 20 capi d’imputazione i giudici di Milano ne hanno confermati solo 4 riducendo le pene (anche quelle accessorie) comminate in primo grado. Del resto l’ex assessore regionale e plenipotenziario di Forza Italia e Pdl in Brianza entrava in aula oggi messo non proprio bene. Corruzione, concussione, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, peculato e bancarotta fraudolenta. Quest’ultima non proprio cosa leggera.
Sentenza processo Ponzoni: la lettura della sentenza
Massimo Ponzoni era seduto nel primo banco proprio davanti ai giudici. Agitato (chi non lo sarebbe stato nei suoi panni) nell’intervallo. Seduto su di una panca in corridoio al primo piano del Tribunale di Milano al suono della campanella si è precipitato in aula. Ha atteso fiducioso la fine della lettura del dispositivo da parte dei giudici milanesi. Qualcosa deve aver capito da subito. Poi si è gettato sul suo avvocato difensore (Luca Ricci) chiedendo spiegazioni a quella mitragliata di nomi, capi d’imputazione e anni intervallata dalla parola assoluzion. Un mix difficilmente comprensibile ai non addetti ai lavori. Poi quando gli hanno spiegato nei dettagli il dispositivo e le eventuali conseguenze, si è avviato rapidamente verso l’uscita senza salutare nessuno. Scuro in volto e pensieroso.
Sentenza processo Ponzoni: Rosario Perri
Vedere Rosario Perri quasi saltare come un giocatore di basket? Lo abbiamo visto. Lui non ha dovuto farsi spiegare da nessuno la parola assoluzione per la vicenda del supermercato “Antares” di Desio. Pim, pum, Pam (come la catena di distribuzione che doveva realizzarlo). Un balzo dallo scranno nonostante i 70 e passa anni. Salto che dai tempi dell’oratorio non faceva. Ma quale corruzione, quali tubi con dentro i soldi! L’incubo per lui iniziato nel 2012 si è chiuso poco dopo le 13.30. Sorride, saluta, manda messaggi alla famiglia figli e moglie (santa donna). Il cardinale nero non sta più nella pelle. Dopo i punti in rosso delle altre vicende processuali, sul bersaglio più importante ne esce alla grande. Da par suo. Non a caso il suo soprannome è sempre stato: il cardinale nero.
Sentenza processo Ponzoni: Antonio Brambilla
Antonio, per gli amici semplicemente Tonino nella vicenda di Desio ci è finito per via di due consulenze professionali. O meglio sulla tempistica di queste consulenze date dall’imprenditore privato. Si è preso tre anni. Ha pagato colpe non solo sue per aver voluto inseguire il sogno di una carriera politica. Naturale coronamento di un brillante avvocato, il migliore sulla piazza allora, ma che alla fine gli costata cara. Non solo in senso morale, ma anche economico. Penso a quell’appartamento per la figlia in alta Brianza che ha dovuto pagare due volte. Passa per il cattivo di turno anche se non lo è mai stato. Non ne ha la stoffa. La faccia sconsolata durante le interminabili ore di attesa prima della sentenza parlava da sola. Ci credeva. Aveva battagliato tanto spendendo energie per giustificare la cronologia di quelle consulenze. Niente da fare. I giudici gli hanno creduto in parte.
Sentenza processo Ponzoni: che succede ora
Tutti quanti (Perri e Riva esclusi) andranno in Cassazione. La tempistica vuole che i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno tempo 90 giorni per depositare le motivazioni di quanto deciso oggi. Sino al 26 dicembre. Poi gli avvocati dovranno depositare e prima preparare la memoria per la Cassazione entro febbraio del 2017. Da qui in poi è un terno al lotto. La Cassazione potrebbe dichiarare il ricorso non ammissibile e rigettarlo rendendo subito le condanne definitive. Alcuni capi di imputazione come quello per corruzione vanno in prescrizione entro dicembre del prossimo anno. Altri, come quelli per la bancarotta appioppata a Ponzoni hanno termini più lunghi. In ogni caso per la maggior parte degli imputati considerando il fatto degli arresti domiciliari già scontati e della galera effettiva fatta (in tutto 14 mesi) non dovrebbero tornare dietro le sbarre. E nemmeno essere affidati ai servizi sociali. Cosa diversa per Masssimo Ponzoni i cinque anni e dieci mesi pesano sul conto finale.
Marco Pirola