Scuole migliori di Monza e dintorni

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La classifica annuale della Fondazione Agnelli sulle scuole migliori

Scuole migliori di Monza e Brianza, la Bibbia per orientare i genitori nella scelta. Chi sale e chi scende. Le famiglie alle prese da gennaio con l’iscrizione dei propri figli alle scuole superiori. Da oggi, avranno uno strumento in più per fare la scelta giusta. E’online la nuova edizione di “Eduscopio” della Fondazione Agnelli. Comune per comune viene analizzata infatti la qualità degli istituti italiani sulla base dei due principali “compiti educativi”. Vale a dire la capacità di Licei, Istituti tecnici e professionali a preparare e orientare i ragazzi a un successivo passaggio agli studi universitari o all’ingresso nel mondo del lavoro. rispetto alla scorso anno in Brianza molte sorprese. Nell’analisi sono state prese in considerazione le scuole nel raggio di 30 chilometri da Milano.

Scuole migliori: Liceo Classico

In questa categoria la Brianza scende di poco rispetto ad altre realtà della Provincia di Milano pur rimanendo nello spazio “riempi pista”. Exploit del Marie Curie di Meda che dall’ottavo posto del 2016 arriva al 4° di oggi. Scende il Bartolomeo Zucchi di Monza di una posizione dal quinto al sesto dopo anni nella top five. Così come pur essendo a livelli altissimi, cala il Don Gnocchi di Carate dal primo al secondo posto. Antonio Banfi di Vimercate dal 10 al 12.

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Scuole migliori: Liceo Scientifico

A Monza e dintorni il Paolo Frisi non ha avuto per anni rivali. Nel 2017 scende dal 1° al terzo posto a vantaggio del Don Gnocchi di Carate che passa dal terzo al primo. Al nono si classifica l’Ettore Majorana di Desio che lo scorso anno era al quinto posto. Stabile Marie Curie di Meda. Al settimo il Federigo Enriques di Lissone. Dall’ 11° al 12° il Banfi di Vimercate. Dal 12° all’11°. L’ Achille Mapelli di Monza dal 17° al 18°. Il Pier Giorgio Frassati di Seveso dal 15° sparisce dalla classifica

Scuole migliori: Liceo Scienze Umane

A Monticello l’Alessandro Greppi si conferma primo. Dal 15° al 14° il Carlo Porta di Monza. Il Leone Dehon di Monza scende oltre il 20° posto dello scorso anno. Il Parini di Seregno conferma il terzo posto

Scuole migliori: Liceo Linguistico

L’Alessandro Greppi da primo a secondo. Exploit del Ghandi di Besana che si piazza al terzo posto. Il Parini di Seregno conferma il quinto posto. Il Porta di Monza scende dall’ottavo all’11°. Il Bianconi di Monza da 17° a 7°. Il Marcello Candia di Seregno da 20° a 17°.

Scuole migliori: Liceo artistico

Preziosissimo Sangue di Monza è imbattibile e conferma la prima posizione. Amedeo Modigliani di Giussano 2°. Nanni Valentini di Monza da 7° a 4°. Il Giuseppe Meroni di Lissone 8°. Lo scorso anno non era classificato

Scuole migliori: Istituti Tecnici

Istituto Tecnico Ghandi Besana da 5° a 3°. Mosè Bianchi di Monza da 9° a 11°. Achille Mapelli da 11° a 10°. Europa Unita di Lissone 12°, non era in classifica nel 2016. Scivola il Martino Bassi 15° era 7. Elsa Morante da 13° a 18°. Primo Levi 19°.

Scuole migliori: Istituti Tecnici indirizzo tecnologico

Europa Unita Lissone 6°. Ezio Vanoni da 8° a 7°. Albert Einstein da 11° a 10°. Achille Mapelli 18°. Mosè Bianchi da 20° a 19°. Alessandro Greppi da 4° a 3°.

Scuole migliori: il metodo

La comparazione in Eduscopio tra le scuole che meglio preparano al lavoro è stata fatta utilizzando due fonti di dati. Quelli provenienti dall’Anagrafe nazionale degli studenti (Miur) e le Comunicazioni obbligatorie (Co) del ministero del Lavoro. Dati elaborati dal Crisp dell’università Milano Bicocca. Nell’edizione 2017 vi sono i dati aggiornati su Licei e Istituti tecnici, valutati sulla base degli esiti dei diplomati al primo anno di università: numero di esami sostenuti e media dei voti. Ma da quest’anno è stata completata anche la planimetria degli esiti occupazionali degli istituti tecnici (il 70 per cento dei diplomati infatti non prosegue gli studi dopo la maturità) e dei professionali (il cui sbocco naturale, nel 90 per cento dei casi, è quello lavorativo). In questo caso a pesare nel giudizio finale non è solo la percentuale di occupati ma anche la corrispondenza dell’impiego trovato con la formazione ricevuta.

Marco Pirola

 

 

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