Di Luigi Paganelli
L’ormai famigerato post attribuito al signor Fabio Tortosa, poliziotto che partecipò alla tragica irruzione nella scuola Diaz di Genova, mostra parecchi profili rilevanti.
In tanti si stanno agitando sull’inaccettabilità di quell’azione che ha già suscitato condanne. Vorrei ragionare invece della grave disarticolazione dei rapporti tra chi ci governa e le nostre Forze dell’Ordine, che traspare in più punti di quel post.
Da un lato il signor Tortosa rivendica la necessità di un’irruzione in quel momento ed in quel contesto, sul che si potrebbe discutere, ma giunge poi alla pessima difesa anche degli atti di tortura, e su questo non si può affatto discutere.
Dall’altro, però, chiude il suo post con queste parole (che depuro dalle sue chiare allusioni al gergo fascista): “quello che volevamo era contrapporci con forza… a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all’Italia, il mio Paese, un Paese che mi ha tradito ma che non tradirò”. Per chi volesse leggere il tutto consiglio questo articolo.
Sono stato più volte testimone della frustrazione che le nostre Forze dell’Ordine soffrono quotidianamente in Italia, anche ad opera della Magistratura Giudicante, che troppo spesso di fronte a scontri tra agenti e possibili criminali o manifestanti troppo agitati considera esercizio abusivo della forza pubblica ciò che altrove, in Francia ed in Germania ad esempio, viene di regola giudicato resistenza a pubblico ufficiale.
Ho ascoltato tante lamentele di chi ha appena rischiato la vita per arrestare un rapinatore in flagranza e se lo ritrova rimesso in libertà dal Giudice del processo per direttissima grazie a banali cavilli legali o per carenze del sistema amministrativo e carcerario.
Non fatico a credere che anche a Genova, quella volta, sia prevalsa la frustrazione e l’irrefrenabile bisogno, ovviamente inaccettabile ma non del tutto ingiustificabile, di farsi giustizia lì e subito, anche di fronte alla vicenda della camionetta dei carabinieri attaccata dal povero Carlo Giuliani, a fronte dell’intima certezza che quelli che stavano mettendo la città a ferro e fuoco e che ben poco i comandi e la politica avevano fatto in termini di prevenzione per tenere lontani dal G8, alla fine l’avrebbero passata liscia.
La cura della nostra sicurezza sul territorio é affidata a poco più di 320.000 persone, sommando tutte le Forze di Polizia. Avendo appena detto come si sentono trattate sul fronte della qualità del loro lavoro, che dovrebbe starci massimamente a cuore, vorrei proporre un breve cenno al loro trattamento in termini invece “quantitativi”. E ringrazio un caro amico (non appartenente alle Forze dell’Ordine) per avermi fornito i dati che vado a sciorinare.
Un operatore di polizia italiano di prima nomina, rispetto ai suoi colleghi europei percepisce circa € 1.200 mensili. Un suo omologo austriaco ad esempio all’inizio della sua carriera guadagna € 1.700 al mese: ogni due anni gode di scatti di anzianità con il rispettivo aumento salariale. In Germania un agente inizia dal livello A7 con uno stipendio di circa € 1.600 al mese per arrivare in pochi anni a poco meno di € 2.200 nello stesso livello ma può raggiungere il livello A9 con uno stipendio di oltre € 2.500 che vanno aumentati dell’indennità di € 170 mensili per chi lavora a contatto con il pubblico.
In Belgio un agente di polizia all’inizio della sua carriera guadagna più di € 1.750 mensili per arrivare a quasi € 2.500 nel giro di pochi anni. In Francia lo stesso agente di polizia parte da poco meno di € 1.800, sempre netti, per arrivare ad € 2.200 nel giro di pochi anni. In Inghilterra, tenendo presente che la sterlina ha un cambio favorevole sull’euro, lo stipendio iniziale di un agente è di quasi € 2.000 al mese ma il giovane poliziotto che lavora in città grandi, come ad esempio Londra, ha una gratifica maggiorata di circa € 6.000,00 € ed una particolarità tutta inglese è che i poliziotti godono di particolari privilegi, quali il trasporto gratuito su tutti i mezzi del Regno Unito, l’uso di alloggi di servizio e possibilità di acquisto di un immobile a tasso molto agevolato. Solo in Spagna ed all’Olanda la situazione é più vicina agli standard italiani: la base di partenza che varia tra gli € 1,300 e 1.500 al mese.
Non possiamo meravigliarci allora quando, in un’inchiesta del il 31 agosto 2012, La Repubblica titolò “Quei 100mila poliziotti operai e cuochi in nero”, da cui si evinceva che molti tutori dell’ordine per arrivare a fine mese dovevano fare per forza di cose un secondo lavoro.
A titolo di raffronto, surfando sul web troviamo una pagina dell’Espresso del 16 dicembre 2011 che riferisce: “per i dipendenti della Camera dei Deputati, si parte dalla categoria più bassa degli operatori tecnici (operai, barbieri, autisti) che iniziano con uno stipendio di 2.300 euro lordi per arrivare a 9.461 euro all’apice della carriera con 35 anni di anzianità…”.
Quante sono le priorità da ridisegnare in questa nostra Italia?