Il leader leghista: Via Asiago? Cacceremo noi i profughi
Salvini Monza. Il leader della Lega è arrivato questo pomeriggio (sabato 15 ottobre per chi legge, ndr) davanti alla Prefettura di Monza. Un presidio anti-immigrati organizzato da Lega Nord e dalla galassia in cui si è spaccata la destra non solo monzese. L’europarlamentare è stato in realtà il piatto forte della manifestazione. Vuoi per la pioggia, vuoi per altri motivi. I partecipanti (in gran parte leghisti provenienti da fuori Monza) erano poco più di una cinquantina. Carabinieri, poliziotti e giornalisti compresi. Anche gli ombrelli.
Salvini Monza: “Il prefetto non serve a un cazzo e non fa un cazzo”
“Il prefetto non serve a un cazzo e non fa un cazzo”. Così, letterale. Papale, papale. Possiamo dire tante cose di lui. Pure cattive. Ma stavolta ha parlato chiaro. Preciso. Qualunquemente, inequivocabilmente. Altro che il personaggio di Antonio Albanese. Non le ha mandate a dire al Prefetto di Monza. Il comizietto sotto la pioggia del capo della Lega su via Asiago, passa per l’affondo leghista contro il rappresentante del Governo. E con la proposta di una “marcetta” su via Asiago per restituire l’italianità al condominio perduto. Prima ha ascoltato le lamentele e si è scagliato sul rappresentante del Ministero degli Interni. Poi ha ribadito l’intenzione di un blitz a sorpresa. La data non è stata comunicata, ma potrebbe non essere troppo distante. Soprattutto se all’orizzonte c’è una campagna elettorale e una trasmissione televisiva alle porte.
Salvini Monza: l’affondo su via Asiago
“Cacceremo noi i profughi. Faremo una visita in via Asiago, senza dire quando. E vedremo se non riusciremo noi a mandarne fuori qualcuno”.
Salvini a Monza: Il presidio
Alla protesta erano presenti soprattutto rappresentanti leghisti del territorio e militanti. Da una parte il verde padano con alcuni ex sindaci, come Giacinto Mariani e Angelo De Biasio, il capogruppo in Regione, Massimiliano Romeo. In mezzo i militanti della prima e ultima ora. Padani militanti doc come l’immarcescibile Gigi Aurelio, Cesare Gariboldi, segretario di Romeo in Regione, con quasi tutta la famiglia. Ed anche Simone Villa, consigliere comunale. Dall’altra le destre (plurale) da quella di Storace (la cui presenza era stata annunciata, ma che non si è visto) agli “osservatori” inviati da Fratelli d’Italia. Come si diceva, il piatto forte è stato però Matteo Salvini che nonostante l’influenza annunciata su Twitter è arrivato in città. Salvini ha ascoltato le proteste dei residenti di via Asiago che abitano nella scala dove si trovano gli appartamenti in cui la Prefettura ha alloggiato i migranti.
I residenti di via Asiago: “Sono troppi, mangiano a tutte le ore, camminano sul pianerottolo avanti e indietro”
“Sono troppi. Mangiano a tutte le ore. Camminano sul pianerottolo avanti e indietro. Quando usciamo li incontriamo sulle scale”. Più o meno questo il senso delle lamentele avanzate dai residenti del complesso (composto da due palazzine) e finito in tv. Dopo aver puntato il dito sul numero di immigrati alloggiati nello stabile, sulle abitudini che desterebbero in loro timori, si sono lanciati contro chi secondo loro è responsabile di questa situazione. Sulla croce questa volta è salito il Prefetto che, a loro dire, nulla avrebbe fatto per gestire la situazione: “Non c’entra se parliamo di periferia o di centro – hanno detto – ma così è solo un business”. Sono stati più diplomatici di Salvini, ma sì sa loro i voti non li debbono andare a cercare. Per ora. Attualmente (alle ore 16 di sabato 16 ottobre) gli immigrati presenti in via Asiago sono in totale 104. Distribuiti fra i due stabili, anche se settimana prossima probabilmente una decina saranno trasferiti altrove. Prefetto permettendo. Ed auto in fiamme pure…
Salvini Monza: i selfie con il vip
Dopo aver “sfanculato” il prefetto (si dice così nel linguaggio giovanile, mi dicono…) tutti a fare selfie con Matteo. Un po’ Renzi e altrettanto Fabio Rovazzi (quello del trattore in tangenziale) Salvini ha recitato il copione a lui congeniale. Quello del duro e puro, ma soprattutto quello della star Si sa una foto non si nega a nessuno in tempi di social, di ruspe e trattori.
Marco Pirola