Ruby Ter: Aria di guai anche in Brianza?

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Una lista di 43 persone – oltre a Silvio Berlusconi e gli avvocati Niccolò Ghedini e Pietro Longo – che potrebbero ritrovarsi a rispondere di reati che vanno dalla corruzione in atti giudiziari alla falsa testimonianza. Il “Rubt Ter”, come è stato battezzato l’ultimo capitolo della saga sui Bunga Bunga arcoresi, è diventato realtà questa mattina quando il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati ha confermato l’esistenza della terza fase dell’inchiesta nata dopo il famoso arresto e l’ancora più famosa “liberazione” di Karima El Marough, al secolo Ruby, arrestata dagli agenti della Questura di Milano.

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La nuova indagine è partita sostanzialmente da un atto dovuto, ossia la trasmissione degli atti dal Tribunale, dopo le sentenze di condanna a carico di Berlusconi, Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, in cui i giudici ipotizzavano anomalie nelle deposizioni dei testimoni, degli avvocati e dello stesso ex Cavaliere.

Da qui l’avvio del fascicolo che ora, appunto, vede coinvolti tutta una serie di nomi più o meno eccellenti. Perché se è vero che nell’elenco figurano le varie Olgettine, è altresì vero che ci sono anche i nomi di un ex viceministro come Bruno Archi, di tre parlamentari, Maria Rosaria Rossi, Valentino Valentini e Licia Ronzulli, il nome dell’ispettrice di Polizia Giorgia Iafrate, il fisioterapista eletto in Consiglio regionale, Giorgio Puricelli e il giornalista Carlo Rossella. L’elenco è lungo e potrebbe toccare dal vivo la Brianza. Infatti, all’epoca, insieme al nome di Licia Ronzulli apparve anche quello del marito Renato Cerioli, allora presidente di Confindustria Monza e Brianza.

La Procura di Milano non ha ancora sciolto definitivamente le riserve. Tutto dipenderà dai verbali acquisiti e dalla loro lettura. Di certo c’è che Arcore tornerà sotto i riflettori per l’ultimo Bunga Bunga.

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