Sabato sera nei locali della direzione corsa
Rissa al rally di Monza. Nel weekend di Valentino Rossi e della sua quinta vittoria nella corsa monzese. Nella domenica del secondo posto di Dani Sordo. Spuntano pure gli spintoni e le parolacce. Oltre alla vergogna delle barriere architettoniche che hanno impedito ai disabili di accedere ai locali del ristorante. Se non con la buona volontà degli addetti alle cucine. Andiamo con ordine.
Rissa al rally di Monza: i fatti parte prima
Ore 22 di sabato. L’autodromo di Monza sonnacchioso sta smobilitando. Vista l’ora e in attesa del gran giorno di domenica 4 dicembre. Meccanici stanchi. Addetti ai lavori di più, equipaggi nervosi. In sala direzione corsa, dopo una giornata tranquilla, scoppia il finimondo. Nei locali irrompe un gruppetto di persone rappresentanti di alcuni dei team in gara. Chiede con insistenza chiarimenti al “direttore operation” dell’autodromo di Monza. La discussione ben presto degenera. Umberto Andreoletti, ingegnere, bergamasco, non è certo uno che si sottrae al confronto. Ma in quel caso non di confronto trattasi. Le parole diventano sempre più grosse. Gli spintoni anche. Il team minaccia di ritirarsi dalla corsa del giorno successivo portando con sé qualche decina tra piloti e navigatori. Minaccia di fare un “casino” insomma.
Rissa al rally di Monza: i fatti parte seconda
I presenti non protagonisti ammutoliscono. I pugni sul tavolo di sprecano. Gli spintoni anche. Alcuni addetti ai lavori presenti e terrorizzati, scappano altrove. I contendenti si rifugiano in un locale attiguo per non far sentire “parole scomode” a sconosciuti. La discussione rissa continua. Pugni sulla porta, sul muro, parolacce, sedie che lasciano improvvisamente il terreno su cui erano appoggiate per approdare sulla parete verticale di fronte. Un quarto d’ora di altissima tensione che si chiude con la promessa di Andreoletti di prendere in considerazione le richieste dei rappresentanti del team. L’ex responsabile del tracciato di Franciacorta quando riappare agli astanti nella sala attigua è paonazzo. Il giorno successivo (oggi domenica 4 ndr) tutto però si svolge regolarmente. Ma tra gli addetti ai lavori non si parla d’altro.
Rissa al Rally di Monza: disabili discriminati
Cercare di arrivare al ristorante sopra i box era quasi un’impresa nella tre giorni di gara. Transenne volanti. Percorsi obbligati. Cavi elettrici che spuntano dall’asfalto. Chiusure improvvise facevano sì che il ristorante self service fosse inaccessibile. Un percorso da Camel Trophy più che da punto ristoro. L’organizzazione se ne è fregata altamente delle esigenze degli spettatori. La redazione di nuovabrianza è stata inondata di video di disabili in carrozzina che sono stati costretti a pit stop improvvisi ed hanno dovuto rinunciare a salire al primo piano per mangiare. Optando gioco forza per un più accessibile panino. Solamente l’intervento di alcuni volenterosi addetti del self service ha consentito ad alcuni di loro di riuscire a mangiare un piatto di pasta. Li hanno caricati a braccia litigando con gli addetti al servizio d’ordine più attenti alle esigenze di privacy di Valentino che ai bisogni dei tifosi più sfortunati. E’ mai possibile che per far salire al ristorante una carrozzina con sopra un disabile ci si debba impiegare 20 minuti di cui 15 passati a litigare con gli addetti ai lavori? Sì, a Monza è possibile. Questo Rally sarà stato anche spettacolo certamente, ma è stato il trionfo della “paesanitas”.
Marco Pirola