Referendum Europa: c’eravamo tanto amati

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Matrimonio d’interesse tra Londra e il vecchio continente

Referendum Europa Inghilterra, ma non è una partita di calcio. E forse nemmeno più una partita. E’ un dato di fatto. Il rapporto fra UE e UK sembra una storiella d’amore straziante dove lei (UK) si fa desiderare per anni (quasi 20 ne passarono fra l’invito alla Gran Bretagna a far parte della CEE). Alla fine lei accetta, più che altro perché si rende conto che la lista di pretendenti che un tempo aveva si è volatizzata vista la sua accidia e così si mettono insieme.

Referendum Europa: il 1975 e i paletti inglesi

Sì, però prima ci deve pensare ancora (referendum 1975). Quindi finalmente i due ( UK e UE) vanno a convivere, ma lei mette dei paletti. 1) La domenica viene mia madre anche se c’è la partita (opting out dall’Unione Monetaria). 2) Decido io dove e con chi fare le vacanze (opting out da Schengen). E così inizia un rapporto basato sul compromesso che però sembra funzionare. Finché lei (UK), una domenica sera annoiata, guarda lui (UE), steso sul divano, ingrassato, con la barba sfatta, birra in mano, a guardare le sintesi della serie B (Crisi Euro 2009 +Crisi rifiugiati ’15/’16) e pensa: “mamma mia come si è ridotto, aveva ragione mia madre” [Margaret Thatcher ndr.].

Referendum Europa: Brexit

Così dal nulla, con voce svogliata, gli dice “sto pensando di lasciarti” (Referendum 2016). Lui reagisce d’orgoglio e le dice che senza di lui è persa, isolata e che questa scelta scellerata potrebbe portare ad una perdita del 5% del PIL su base annua per il prossimo decennio. Come andrà a finire basta leggere i giornali o ascoltare una vecchia canzone di Achille Togliani dei tempi di mio padre. Come pioveva. C’eravamo tanto amati per un ventennio o forse più. All’improvviso ci siam lasciati, non ricordo come fu…

K

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