Il coraggio di vincere (dedicato agli indecisi)
Referendum costituzionale tra poche certezze e tanti sogni. Eppure ci potrebbe essere un giorno in cui, svegliandoci al mattino, scopriamo che noi Italiani. Insieme, in un sol colpo abbiamo:
– sorpreso noi stessi con una collettiva ventata di ottimismo.
– regalato al Mondo quello che il Mondo meno si aspettava da noi.
– rifilato una bella legnata a populismi, nazionalismi, complottismi e altri “ismi” che stanno infettando l’Italia e il mondo occidentale.
– lanciato un messaggio inequivocabile all’Unione Europea sul fatto che siamo un Popolo leader.
– spedito dove merita la speculazione finanziaria sulle nostre borse e sul nostro spread.
– segnato un punto importante (forse decisivo, se seguito da una buona legge elettorale maggioritaria) contro le clientele nazionali e contro la politica di un po’ di “inamovibili” di professione, che ci stanno appollaiati in spalla da decenni.
– dimostrato a noi stessi che non abbiamo paura di cambiare, perché crediamo davvero nella fermezza della nostra democrazia.
– dimostrato a noi stessi che sappiamo fidarci di un governante alla volta, salvo poi mandarlo a casa alle elezioni successive, se non ci ha soddisfatto e se le opposizioni nel frattempo hanno costruito una seria alternativa.
– sconfitto la propaganda da baraccone e i falsi e le bufale e gli insulti sul web, che non saranno riusciti a spostare la nostra mente da ciò che può essere positivo per loro e per tutta l’Europa.
Forse siamo in tanti ad essere stanchi di sentire troppa gente che parla a vanvera di questo Popolo e del suo sistema, come se fossero destinati solo al declino.
Referendum costituzionale: la speranza
Non ho certezze. Ho ancora qualche sogno. Per certo ho ancora Speranza. Vorrei vivere in mezzo a Gente che, ad un certo punto, decide che è ora di finirla di guardare alla bottiglia e vederla mezza vuota: decide di osare e di alzare la testa, democraticamente e con coscienza della propria Storia, senza muover guerre a nessuno e vincendo invece una piccola ma grande guerra dentro di sé. E per tutto questo, fuori dagli slogan e da gratuite “fughe in avanti”, per cominciare un percorso diverso, libero e tutto da scrivere, basta davvero un prospero SÌ’… il 4 dicembre.
Gigi Paganelli, un referendario, italiano ed europeo da sempre