Progetto Lissone: la Corte dei Conti bacchetta il Comune. La sinistra sbaglia e i cittadini pagano. Ormai a Lissone sembra essere diventata una costante. Dopo le sentenze sull’Urbanistica. Dopo le panchine sparite costate ai contribuenti migliaia di euro, ennesima figuraccia dell’Amministrazione di Lissone. Il tutto naturalmente nel silenzio dei tromboni dell’Amministrazione prodighi nella propaganda istituzionale. Una settimana fa la Corte dei Conti ha emesso sentenza sulla “penosa” vicenda di “Progetto Lissone”, la società partecipata dal Comune che nelle intenzioni doveva servire a rilanciare la città e che nella realtà si è rivelato un flop clamoroso finito con tanto di fallimento decretato dal Tribunale. Ora il Comune dopo aver sborsato un sacco di soldi dei contribuenti per nulla, dovrà necessariamente rivalersi in Tribunale contro gli amministratori di Progetto Lissone. Una domanda perché non lo ha fatto prima?
LE COLPE – Questa Amministrazione non ha fatto il proprio dovere di controllore nei confronti dei vertici della società. Il corretto esercizio da parte del Comune dei propri diritti di informazione e di accesso alla documentazione sociale avrebbe potuto permettere di mettere in luce come il business-plan presentasse, come poco dopo rilevato dal nuovo Cda (made in sinistra), sostanziali e notevolissimi scostamenti rispetto alla reale situazione della società. Insomma “farfallino” Beretta e compagnia cantante che tanto sbandieravano le loro capacità, dovevano accorgersi che i conti presentati alla vigilia del tentativo di salvataggio erano farlocchi.
COSA DICE LA CORTE DEI CONTI – “Conclusivamente, dunque, deve rilevarsi come la gestione della propria partecipazione societaria di maggioranza da parte del Comune di Lissone nell’organismo partecipato Progetto Lissone appare essere stata connotata da diverse criticità connesse al mancato/non corretto esercizio dei poteri di informazione/indirizzo spettanti allo stesso Ente in qualità di socio di maggioranza, sia in relazione alle operazioni di ristrutturazione di propri immobili dati in comodato all’organismo partecipato e che, come visto, hanno concorso significativamente ad aggravare la situazione di crisi di Progetto Lissone, sia nella partecipazione all’aumento di capitale del luglio 2013, che si è rivelato del tutto inidoneo a superare la situazione di grave crisi dell’organismo partecipato, culminante nella dichiarazione di fallimento di Progetto Lissone S.p.A. adottata in data 11 novembre 2013 –dunque, a soli tre mesi circa dalle deliberazione di aumento di capitale – dal Tribunale di Monza–Sezione Fallimentare. Incidentalmente, infine, non può non rilevarsi come – allo stato degli atti istruttori – appaia singolare come il Comune non abbia valutato né ritenuto di esperire un’azione di responsabilità nei confronti degli organi amministrativi della società (il cui vertice appare, altresì, aver continuato a svolgere funzioni di commercialista della società anche dopo il cambio del cda), a tutela del rilevante investimento nel capitale della società, a carico della finanza pubblica, a fronte di scelte gestionali e di programmazione, che hanno finito per aggravare la situazione della società stessa e, conseguentemente, inciso negativamente sul valore delle partecipazioni. (dal sito della Corte dei Conti in data 02/02/2015). Dimenticavo: il Comune ha l’obbligo di pubblicare sul proprio sito internet (dlgs 33/2013) , inoltre il Sindaco deve informare il presidente del Consiglio Comunale affinchè comunichi ai consiglieri comunale i contenuti della delibera.
Marco Pirola
P.S.
Qui sotto qualche indicazione nell’ipotesi che qualche Consigliere comunale si “arrangi” da solo nel recuperare gli estremi.
: SRCLOM/18/2015/PRSE