Politica Monza: la Fiamma riparte dal referendum

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Per il debutto in Brianza la Fiamma Nazionale gioca la carta referendum

Politica Monza, la Fiamma s’è desta. “No” al Referendum costituzionale di ottobre voluto da Renzi. Il debutto sul palcoscenico della politica Monza con tanto di giallo sugli spazi negati al centro sportivo “La Dominate” di via Ramazzotti a Monza.

Politica Monza: la proposta

Riforma della Costituzione e comitato per il “No”. Fiamma Nazionale è già pronta a schierarsi per combattere contro l’approvazione della nuova legge costituzionale. Dopo l’esclusione dalle amministrative del prossimo giugno, i membri del partito della destra estrema si sono incontrati per iniziare la campagna a favore della bocciatura della riforma della Costituzione. Il luogo di partenza per la campagna è stato il bar si Lissone “Sottosopra” dopo che gli spazi del centro sportivo “La Dominante” di Monza sono stati negati al partito rappresentato a Monza da Mirco Radicula.

Politica Monza: Referendum: la ragione del “No” del partito che si presenta come erede del Msi

Fiamma Nazionale è ormai ai blocchi di partenza. Sabato 14 maggio, in una sala del bar Sottosopra di Lissone, si sono riuniti i rappresentati nazionali e regionali del partito erede del Msi. Stefano Salmè, segretario nazionale, e Mirco Radicula, segretario regionale, hanno introdotto ai presenti le motivazioni per cui votare “No” al referendum del prossimo autunno. In primis, si è puntato il focus sulla “maggioranza impropria” con la quale il Governo è arrivato al varo della legge di riforma costituzionale. Come ha sottolineato Salmè, nella riforma che andrà dibattuta nella consultazione referendaria non sono state coinvolte tutte le forza politiche e, sempre secondo il segretario nazionale, “i cittadini sono stati espropriati della democrazia diretta”. Oltre alla rappresentanza, gli esponenti di Fiamma Nazionale hanno posto l’accento sulla “fasulla abolizione del Senato” e sull’immunità parlamentare che assumerebbero i rappresentanti della futura Camera dei senatori. Addentrandosi nelle tematiche più tecniche del referendum, l’assenza del quorum è stata ben vista dal partito di destra. Infatti, la mancanza di un numero minimo di elettori potrebbe aumentare la partecipazione alla consultazione.

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Referendum: destra sociale e un tuffo nel passato al lontano 1948

Un altro punto chiave è stata la proposta di formare un’Assemblea costituente. Per Fiamma Nazionale, questa sarebbe l’unica via perché la costituzione venga modificata in rappresentanza di tutte le forze politiche. Elezione dell’Assemblea Costituente, 2 anni di studio per le modifiche da attuare e un referendum a cui partecipino tutti i cittadini. Tempi lunghi e soluzioni poco realistiche. Andando oltre queste proposte e rimanendo con i piedi per terra, gli esponenti di Fiamma Nazionale mirano alla ricostruzione della destra sociale attraverso la vittoria del “No” al referendum di ottobre.

Alessandro Galli

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