Ortopedici compravano protesi scadenti a spese degli ospedali in cambio di soldi e regali
Policlinico di Monza un dipendente denuncia e si scopre uno scandalo. Dietro ai cigni del laghetto d’ingresso c’è di più. Medici ed ortopedici favorivano una multinazionale francese comperando protesi, anche scadenti rispetto ad altri modelli, in cambio di soldi, cene, viaggi. Acquisti avvenuti anche “a discapito della salute pubblica”. Questa l’accusa del magistrato monzese che conduce l’inchiesta. Arresti in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Campania. Coinvolti nell’inchiesta ‘Disturbo’ (termine scelto dagli stessi indagati per indicare le dazioni illecite di denaro) anche altri istituiti afferenti al Policlinico di Monza e dislocati in Lombardia, Piemonte e Toscana. I magistrati brianzoli stanno valutando eventuali responsabilità amministrative dei manager ospedalieri.
Policlinico di Monza: l’inchiesta
Corruzione, ancora truffa. “Per aumentare gli utili” di una multinazionale francese “anche a discapito della salute pubblica” alcuni medici chirurghi del Policlinico di Monza hanno favorito la “Ceraver Italia Srl”. I medici finiti in manette avevano comperato a spese degli ospedali non solo protesi ortopediche. erano riusciti a moltiplicare il numero delle operazioni con la complicità di medici di base e manager. In cambio hanno ottenuto regali, denaro, viaggi, vacanze, assunzioni di personale da loro segnalato. Ma anche partecipazioni a congressi e cene in locali di lusso. Come quelle al ristorante “Unico Milano”,. Un locale dove la cucina creativa si sposa all’atmosfera glamour del ventesimo piano con tanto di vista sul Duomo.
Policlinico di Monza: le manette
Da stamattina all’alba Giovedì 14 settembre ndr) è scattata l’operazione “Disturbo”. Manette in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Campania. Nei guai 14 persone. L’ordinanza è stata firmata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, Federica Centonze. In carcere sono finiti gli ortopedici brianzoli Fabio Bestetti, Claudio Manzini e Marco Valadè (già medico del remate calcio e della Folgore Verano Caratese). Con loro in manette il promoter della multinazionale “Ceraver” Marco Camnasio (considerato il vero motore del meccanismo criminoso) e Denis Panico, responsabile commerciale della multinazionale. Corruzione e associazione a delinquere in concorso tra loro l’accusa.
Policlinico di Monza: gli arresti domiciliari
Arresti domiciliari per altri nove tra ortopedici e medici di base. Carmine Naccari Carlizzi, Michele Massaro e Andrea Pagani (tutte tre di Milano), Filippo Cardillo di Boltiere (nella Bergamasca), Fabio Peretti di Ispra nell’Alto Varesotto, Francesco Alberti di Fasdinovo (Massa Carrara), Paolo Ghiggio di Ivrea (Torino), Davide Cantù di Lecco e Lorenzo Panico di Salerno. Destinatario di un’analoga misura cautelare anche Carlo Santuccione di Capegatti (Pescara). Quest’ultimo è nel frattempo deceduto. Altri 6 camici bianchi (Michele Bonanomi di Merate in provincia di Lecco, Marco Mandelli di Dalmine e Francesco Mangiardo di Cologno al Serio (comuni della Bergamasca), Stefano Rosino di Varese, Olga Franchini di Lecco e Aniello Iannaccone di Capiago Intimiano (nel Comasco) sono stati indagati a piede libero e sospesi dalla professione medica.
Policlinico di Monza: le accuse
I dottori di base, tutti accusati di corruzione, sarebbero stati, con differenti livelli di responsabilità, complici del maccanismo messo in atto dalla multinazionale francese. Mettendo a disposizione degli ortopedici i propri studi medici e reclutando pazienti bisognosi di protesi, in particolare tra gli anziani. In cambio di una percentuale sulle visite degli specialisti (il 20 per cento). A volte di un benefit erogato direttamente da Camnasio sotto forma di pagamento dell’affitto degli ambulatori. Infine, è stato disposto l’obbligo di dimora per Ivano Caracciolo, residente a Bologna, considerato un mediatore negli affari illeciti. Pure indagato per corruzione. Le indagini sono state svolte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano e sono state coordinate dal Pubblico ministero Manuela Massenz. Il periodo è tra il 2014 e il 2017 e hanno avuto origine da una denuncia di un dipendente del Policlinico di Monza.
Policlinico di Monza: Il sistema corruttivo
Assai complesso il meccanismo corruttivo, portato alla luce grazie a centinaia di intercettazioni telefoniche. I manager “Ceraver” si adoperavano per incentivare i chirurghi del Policlinico di Monza a comprare esclusivamente protesi della multinazionale francese a un prezzo variabile tra i1.500 e i 2.500 euro a pezzo. Pagando al chirurgo dagli 80 ai 100 euro per ogni acquisto. A tal fine coinvolgevano i medici di base, il cui compito era quello di identificare pazienti da sottoporre a operazione, i quali venivano prima visitati dagli specialisti presso gli ambulatori territoriali (visite che venivano pure pagate in nero) e poi indirizzati al Policlinico o in altre strutture sanitarie collegate per il ricovero e l’intervento. Gli accordi illeciti e le dazioni di denaro hanno avuto un’impressionante cadenza regolare, gestita da Camnasio.
Policlinico di Monza: la scarsa validità della protesi
I chirurghi coinvolti peraltro, sostengono gli investigatori, hanno dato l’impressione di far passare in secondo piano la valutazione sulle caratteristiche delle protesi ‘Ceraver’. Protesi che i medici intercettati hanno definito di qualità inferiore rispetto a quelle di altre marche. Proprio questa circostanza, paradossalmente, avrebbe fatto alzare il prezzo del “disturbo”, corrisposto agli ortopedici in virtù del maggiore rischio di fallimento degli interventi.
Policlinico di Monza: i rimborsi pubblici
Per aumentare i guadagni venivano reclutati pazienti da Regioni diverse dalla Lombardia in modo da ottenere rimborsi pubblici maggiori. Al Fatebenefratelli di Milano i degenti fuori regione sono il 4,7% e al Niguarda il 9% Percentuale che, al Policlinico di Monza, sarebbe lievitata fino al 24,5% per un totale di oltre 15.000 pazienti esterni. A destare perplessità anche il numero degli interventi. Se la media degli ospedali lombardi è di 4 operazioni per ogni seduta in sala operatoria, quella del nosocomio brianzolo è di 12, con una punta di 36 operati in un solo giorno.
Marco Pirola
Il comunicato dell’azienda
“Il Gruppo Policlinico di Monza «in merito alle vicende relative all’inchiesta ‘Disturbo’ della
Procura di Monza, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano, che vede coinvolti, tra gli altri, medici ortopedici che operano o hanno operato in passato presso il Policlinico», si dichiara in una nota «assolutamente estraneo». Il Gruppo spiega, inoltre, che viene applicato «all’interno delle proprie strutture sanitarie quanto previsto dalle normative vigenti, con la definizione di procedure organizzative atte a discernere le responsabilità oggettive aziendali e soggettive dei singoli professionisti operanti presso l’azienda». Pertanto, si legge ancora nel comunicato, «i fatti odierni, se confermati, sono riconducibili ad eventuali responsabilità personali dei soggetti coinvolti. Policlinico di Monza – prosegue la nota – manifesta la propria disponibilità a collaborare con la magistratura così da far luce sulla vicenda e delinearne le relative responsabilità e conseguentemente stabilire con i propri legali eventuali azioni da porre in
essere».