Piazza Cambiaghi a Monza slalom tra siringhe, zingari e barboni
Piazza Cambiaghi non è una piazza qualunque di Monza. E’ in centro alle spalle del duomo che vide le gesta di Teodolinda e pure Sant’Ambrogio. Ma più che essere il cuore della terza città della Lombardia è diventata il “fegato malato” pieno di ubriaconi, tossici e zingari a presidiare quello spicchio di storia di Monza che qualche vecchio “trombone” di geometra monzese, avanti con gli anni, sostiene ancora essere stato un preciso volere di Napoleone.
PIAZZA CAMBIAGHI – C’è il mercato. Quello delle bancarelle sfavillanti che gli ambulanti (quasi tutti residenti fuori Monza) hanno voluto a tutti i costi dopo la cacciata dalla piazza del Tribunale prima e dalla centralissima piazza Trento e Trieste poi. C’è la Camera di Commercio di Monza e Brianza, gli uffici di proprietà della Provincia venduti una quindicina di anni fa dai “soliti” noti. C’è lo spazio Regione, la banca, il ristorante. Ma piazza Cambiaghi è come una facciata di cartone di quelle che si vedono nei film western di Sergio Leone. Davanti perfetta sin nei dettagli, dietro solo tubi innocenti. Salvo rare occasioni come il mercato, da anni si è trasformata in zona franca. Una sorta di terra di nessuno. Lasciata ai tossici, ubriachi e senza tetto. Nelle ore notturne gli unici che “osano” avventurarsi sotto i portici sono i volontari della Croce Rossa di monza che portano tea caldo e coperte alle decine di sbandati che hanno eletto la piazza a loro dimora. Area Cambiaghi, la piazza della vergogna. Oggetto di una riqualificazione negli anni Novanta e di un progetto mai decollati. Ostaggio di balordi che s’accampano e si ubriacano sotto i portici e fra le auto parcheggiate. Degli zingari che si lavano attingendo all’acqua utilizzata dagli ambulanti del mercato. Dei senzatetto che utilizzano i bagni pubblici semidistrutti come ripostiglio e rifugio notturno. Sbandati che lasciano cartoni di vinaccio di pessima qualità, bottiglie di vetro, lattine di birra, cartacce e anche un tappeto di siringhe nelle aiuole lungo via Cernuschi.
SPAZIO IRRISOLTO – Le buone intenzioni sono state messe nero su bianco nel Pgt che guarda a caso proprio qualche costruttore monzese non vuole. Una telenovela iniziata nel 1988 con una convenzione del Comune con la Edilcentro che ha realizzato il progetto di rinascita dell’area e che ha in gestione il parcheggio interrato. Qualche politico in galera nella Tangentopoli monzese del 1992. Un rapporto finito in una lite per lavori che il privato avrebbe eseguito fra il 1990 e il 2001 su richiesta dell’Amministrazione e che avrebbero comportato un aumento dei costi. Secondo il Comune però non ci sarebbe mai stata alcuna richiesta di modifica e quindi i maggiori pagamenti pretesi dal costruttore non erano giustificati. Ora, dopo una trattativa di oltre due anni, la situazione non è cambiata di una virgola. La piazza è sempre abbandonata al degrado.
PIAZZA CAMBIAGHI NEL NUOVO PGT – Il Documento di piano prevede la chiusura della piazza dalla parte di via Azzone Visconti con una palazzina dotata di attività commerciali che garantiscano un “presidio” 24 ore su 24. Oltre alla sistemazione dell’intera area con la realizzazione di uno spazio alberato sempre verso sud e la sistemazione della pavimentazione del parcheggio di superficie.