
Monza, morto Peppino Fumagalli ultimo degli industriali della Brianza. E’ scomparso a Milano all’età di 86 anni. Candy. Basterebbe questo nome per capire la grandezza del personaggio e l’importanza del lutto per l’industria di Monza e della Brianza. Dalle rive del Lambro ad una multinazionale nel settore degli elettrodomestici. Per i suoi dipendenti era semplicemente “il signor Peppino” anche dopo che aveva lasciato le redini dell’azienda di Brugherio ai figli nel 2009. Un sorriso per tutti, mai una parola fuori posto, nessuno lo ha mai sentito alzare la voce, così come in tanti anni non è mai fiorito un solo pettegolezzo in mondo che si presta alle cattiverie. Peppino, ascoltava e in silenzio rifiutando le luci della ribalta. Agiva. E se c’era qualcuno da ringraziare si scherniva facendo cadere l’interesse andato a buon fine su qualcun altro che non fosse lui. Cattolico praticante, religiosissimo, aveva tenuto in piedi l’associazione degli industriali cattolici della Brianza che periodicamente si riuniva all’Hotel De La Ville non mancando ad una riunione. Anche quando la malattia e gli infarti lo avevano segnato. E poi anche quell’amore per il roseto della Villa Reale ereditato dal fratello con il concorso della rosa più bella del mondo che è ancora una delle manifestazioni di settore più importanti al mondo.
IL PERSONAGGIO – Peppino era il prototipo della Brianza che lavora, produce, ma non butta i soldi dalla finestra. Quando si trattò di sponsorizzare per un paio di anni e 20mila euro il Palazzetto dello Sport di Monza al momento della firma della convenzione in sala giunta lesse il foglio. Tutti lo guardarono e lui con il sorriso sulle labbra:” Sì, ma qui non c’è scritto chi paga l’insegna luminosa di notte, sono sicuro che il costo è a carico del Comune”. Tutti lo guardarono stupiti perché Peppino non parlava mai, tantomeno alla politica. Lui sussurrava. Nessuno ebbe il coraggio di contraddirlo, ma poi il conto, per suo volere, lo pagò la Candy. Figlio di Eden, fondatore del gruppo Candy, assieme al fratello Niso (deceduto anche lui, lo stesso giorno, il 9 marzo del 1990) era stato protagonista dell’ascesa industriale della Candy. Peppino Fumagalli, presidente onorario, dal 2009 seguiva l’attività dell’azienda senza ruoli operativi svolti dai fligli Aldo e Beppe e dal nipote Silvano.
LA CANDY – Una multinazionale in grado di costruire 6,3 milioni di elettrodomestici nel mondo nel 2014. Il Gruppo Candy controlla anche i marchi Hoover, Iberna, Jinling (Cina), Rosières, Susler (Turchia), Vyatka (Russia), Zerowatt, Baumatic. Una multinazionale con 5.300 addetti nel mondo e otto centri produttivi in Europa, Turchia e Cina con 50 consociate. Altro che fabbrichetta. La sede centrale, industriale e di ricerca e sviluppo è a Brugherio. Sino al 2009 la Candy era stata un’azienda a gestione familiare. A due con Aldo presidente e Silvano, uno dei tre eredi di Niso Fumagalli, consigliere delegato. La parola chiave era per lui e il suo gruppo: la famiglia. Per Peppino, come del resto Niso, quello dell’ imprenditore degli elettrodomestici è un mestiere da uomini. Volontà sempre rispettata dal gruppo.
LA LEGGENDA – ma neanche tanto, vuole che i componenti il gruppo dirigente non potessero andare via contemporaneamente dall’azienda e nemmeno prendere l’aereo assieme. Uno doveva sempre rimanere a terra. Non si sa mai. Da buoni brianzoli.
I funerali si svolgeranno mercoledì alle 10,45 nel Duomo di Monza.