Monza, quando la Villa è poco reale. Cara Villa (in senso economico…) ti scrivo così mi distraggo un po’. Sono tornati da tempo i re, ma ora a non quadrare sono i conti dei biglietti. Cara Villa reale di Monza, permettimi il gioco di parole. Superato il coma etilico di una sinistra che ha “succhiato la ruota” di un’opera che non voleva e che ora tira la volata verso il 50% dei consensi. Passata la sbornia delle chilometriche code per entrare nella reggia che sentì l’eco degli spari contro i Savoia, ma anche i “rutti” di Umberto Bossi e suoi ministeri del Nord, abortiti ancora prima di nascere. Relegate ai ricordi e cessate, per questioni di anagrafe, le gesta amatorie del mitico Ermes Cozzi, il custode “mondiale” per anni unico inquilino delle tue sgangherate stanze, ora devi fare i conti con la crisi. Con questi chiari di luna e in tali tempi da lupi, anche una manciata di euro per poter visitare due piani su tre possono fare la differenza. Se un monzese ci porta la famiglia, il prezzo non è giusto e può diventare più che salato. Direi… reale. E come nel pranzo di Babette, tra portate di stucchi e pavimenti tirati a lucido, c’è infatti la ciliegina sulla torta. Quando ci sono eventi, il salone da ballo che era già adorabile prima quando tu, Villa reale, eri in rovina ed ora dopo il restauro è diventato uno spettacolo, non è visibile alla plebe. Belli gli appartamenti reali, il secondo piano, il sottotetto, ma niente salone da ballo in previsione di eventi destinati ai nobili danarosi della Brianza e non. Nessuno avvisa alla cassa di questa impossibilità confidando nell’indulgenza plenaria o nella furbizia italica in questo caso dimostrata dai gestori delle visite. Nessun cartello per il volgo ansioso di respirare l’aria dei ricchi. Nessuna tariffa inferiore per il popolino che magari pensa che Margherita sia la regina delle pizze. Le indicazioni e i costi rimangono per la visita completa anche se ne manca un pezzo. Il prezzo immutato: 18 euro per gli adulti e 5 per i minorenni. E l’impiegata scortese che ti risponde alla cassa sul modello di una centralinista romena parcheggiata in call center, rimane pur sempre la nota stonata della Versailles brianzola. Va beh, cara Villa, sei tornata ad essere più che reale, semplicemente bella…
Sinceramente tuo, Marco Pirola
