Monza via Asiago pomeriggio di un giorno da cani

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Nuova amministrazione vecchi problemi nel condominio più famoso di Monza

Monza via Asiago un pomeriggio di alta tensione. Urla, minacce, parapiglia e botte. E pure beffa finale. Un richiedente asilo dà in escandescenze e tiene sotto scacco gli educatori della cooperativa. Una donna di origini sudanesi che si mette in mezzo tra il pazzo furibondo e loro salvandoli dal peggio. Finirà all’ospedale con la testa rotta dal lancio di una sedia. Nella notte è stata dimessa dopo le cure. Una decina di punti in testa. L’uomo fermato, identificato, denunciato. Dopo tre ore è stato rilasciato ed tornato nel condominio. Giusto il tempo per fare “casino” di nuovo verso mezzanotte quando è scappato per Monza. Lo hanno trovato in stazione seduto e non hanno potuto fare nulla. Lo hanno “vegliato” tutta notte. Ed infine, se vogliamo, pure la politica. Con Il Movimento Nazionale per la Sovranità che punta il dito contro il nuovo assessore alla Sicurezza accusato di fare il vetrinista. Di avere avuto la grazia dell’elezione e di essersi dimenticato del problema.

Via Asiago Monza: la riunione

Sono da poco passate le 15 di ieri (venerdì 21 luglio ndr). In via Asiago sono giorni che tutto scorre tranquillo. Convivenza compresa tra gli attuali 40 ospiti stranieri e i condomini italiani. Le elezioni sono finite. I fari della politica si sono abbassati sulla via più famosa di Monza degli ultimi mesi. All’ultimo piano di via Asiago 8 c’è in corso una riunione della cooperativa “Ubuntu” che gestisce i richiedenti asilo. Normale amministrazione. All’improvviso nella sala irrompe Hani Abdal Far, trentenne sudanese. E’ agitato. Urla. Pretende spiegazioni immediate sul mancato diniego del programma di protezione. Sul passaporto. Su tutto. Minaccia. E’ una vecchia conoscenza. Ha già dato problemi in passato. Cercano invano di calmarlo.

Monza via Asiago: l’irruzione

Agita nell’aria una stampella. Spacca una porta. Interviene un mediatore culturale sudanese. Laureato, conosce sette tra lingue e dialetti, è una delle colonne della cooperativa proprio per le sue capacità. Niente. Viene strattonato e malmenato. Stessa sorte per un paio di educatrici che tutte conoscono perfettamente l’arabo. Abdal spacca alcune bottiglie di vetro per terra. Con i cocci minaccia tutti. Fratello compreso che nel frattempo è accorso dal piano di sotto. Insiste alla ricerca di risposte che solo la sua ambasciata può dare (passaporto). Spacca mobili uno dietro l’altro.

Monza via Asiago: il danno

Abdal vive in via Asiago da mesi con il fratello che ha tre figli e la cognata. Tutti e cinque perfettamente integrati. Lui non ha ottenuto lo status di protezione. Ripete per l’ennesima volta le sue ragioni agitando minaccioso bottiglie ed oggetti. Quando si avvicina troppo ad una delle educatrici è una ragazza sudanese di 30 anni che si frappone tra la vittima e l’aggressore. Una sediata in testa mette fine fine al tentativo. Però la sortita della donna permette agli altri di chiamare i carabinieri. Venti minuti dopo Abdal è nella caserma di via Volturno e la donna ferita in ospedale per accertamenti. Sarà rilasciata a notte fonda. Una ferita alla testa e punti di sutura.

Monza via Asiago: la beffa

Mentre la normalità ritorna tra montagne di carte bollate da firmare e mobili da aggiustare. L’aggressore viene rilasciato. Così dice la legge. Siamo attorno alle 19 di ieri. L’uomo rientra in via Asiago come se nulla fosse. Due ore dopo il “cinema” ricomincia. A mezzanotte anche i condomini italiani si accorgono di quanto successo e del nuovo casino. Abdal afferra una bicicletta fornita ai profughi dalla cooperativa e scappa urlando per Monza. Inseguito da educatori e Forze dell’Ordine. Vigili urbani compresi. Sarà recuperato in stazione e vegliato per tutta la notte senza poter intervenire. In tutto questo tra il silenzio del Prefetto e della politica molto attenta prima del voto.

Monza via Asiago: la politica

Silenzio dalla politica. Non così Francesca Giarmoleo del Movimento Nazionale per la Sovranità. “Una donna ricoverata in ospedale.Tralasciamo le promesse di mettere in sicurezza Monza già fortemente coinvolta nelle scorribande dei nostri ospiti. Ma la cosa più scandalosa è che l’assessore alla sicurezza preposto a che questi episodi non si verifichino, nasconda l’episodio alla cittadinanza. In particolar modo quanto accaduto a questa donna. L’assessore leghista è stato votato dai cittadini affinché metta fine a questi episodi non perché li nasconda. E’ una vergogna! Nemmeno la precedente giunta era arrivata a tanto. Verrebbe da pensare che finita la campagna elettorale svaniscono le promesse. Al di là degli spettacolari allontanamenti durati una sola notte. O forse questo è un compito troppo importante e gravoso per affidarlo ad un giovane inesperto. Non è pensabile che sia un problema per chi ha comprato e non per chi deve iniziate una nuova vita. Il problema o esite per tutti o per nessuno”. Il resto sarà polemica con i condomini che aspettano.

Marco Pirola

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