Nel mirino l’invito a nome del Comune di Monza a votare per il candidato di Forza Italia
Monza telefonate elettorali “galeotte” a nome del Comune di Monza a favore del candidato di Forza Italia. La polemica elettorale per il ballottaggio di domenica 11 giugno, corre sul filo. E’ quanto sostiene un esposto contenente decine le segnalazioni di cittadini trasmesso in Tribunale. L’iniziativa di telemarketing a favore di Dario Allevi è stata come la campagna di Russia. Iniziata male rischia di finire peggio. In procura. Almeno nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale che ha segnalato la vicenda al magistrato.
Monza telefonate: la vicenda
Un servizio elettorale come tanti. Quello del telemarketing. Legittimo. Una chiamata, una chiacchierata informale. L’invito ad andare a votare e la chiusa finale di votare per il candidato di Forza Italia. Niente di male. Ci sta. Ma in base ad alcune segnalazioni, in questo invito c’è stato qualcosa che non è andato nel senso giusto della correttezza. In alcune chiamate, secondo le segnalazioni contenute nella denuncia contro anonimi, l’interlocutore telefonico si “spacciava” per il Comune di Monza. Apriti cielo.
Monza telefonate: il comunicato del Comune
“In merito ad alcune segnalazioni circolate ieri sera sui social network, il Comune di Monza informa che nessun servizio di call center è stato attivato dall’amministrazione comunale per invitare i cittadini a recarsi al voto domenica prossima. Le segnalazioni raccolte, che saranno trasmesse alla Procura della Repubblica di Monza a corredo di un esposto contro ignoti preparato dalla Direzione generale, riferiscono di telefonate effettuate da numero fisso verso numeri fissi in cui l’operatore esordiva affermando di essere del Comune di Monza. Secondo quanto desumibile dalle segnalazioni, dopo l’invito a recarsi domenica prossima a votare per il ballottaggio, la comunicazione si concludeva con l’invito al voto per il candidato del centrodestra”.
Monza telefonate: la replica delo staff di Allevi
“Un attacco scandaloso da parte della solita sinistra menzognera è quello che si sta registrando in queste ore sui social. Ripreso anche questa mattina durante una trasmissione televisiva dal sindaco Scanagatti. Molti candidati e simpatizzanti di sinistra, infatti, insinuano che lo staff di Allevi avrebbe commissionato delle telefonate ai cittadini monzesi spacciandosi per il Comune di Monza. Un’accusa talmente infondata e infamante che fa emergere il livello di tensione e nervosismo raggiunto dalla sinistra monzese dopo il risultato del primo turno. Ridotta ormai, per cercare di vincere le elezioni, a inventare le peggiori illazioni sugli avversari pur di accreditarsi agli occhi degli elettori. Dal canto nostro ci limitiamo ad approfondire se vi siano gli estremi per un’azione legale e a sottolineare che le telefonate che stanno raggiungendo i monzesi proprio in queste ore siano dei chiari messaggi elettorali a favore di Allevi e a favore del suo programma, con cui si danno informazioni relative alle modalità e orari di voto”.
Monza telefonate: il magistrato e il plico anonimo
Per la prima volta nella storia di Monza il magistrato sarà costretto ad intervenire in una campagna elettorale. E quella delle telefonate è la seconda volta. La prima 15 giorni fa. Quando un corvo aveva falsificato dei documenti del Tribunale inventandosi vicende “strane”. Documentazione considerata dallo stesso Procuratore capo: un grossolano falso. Un plico anonimo consegnato al candidato di “Io cambio”. L’avvocato Agostino D’Antuoni ricevuto il materiale fa una cosa “anomala”. Lo fa vedere al candidato di Forza Italia Dario Allevi. Poi i due si recano in Procura per la denuncia. Come scrive in un suo post. Nelle more del viaggio, da via Manzoni a piazza Garibaldi, l’avvocato aveva avuto anche il tempo di mostrare la documentazione ad un altro candidato sindaco: Piefranco Maffè. Poi il plico era stato ricevuto da un giornale locale che aveva scritto e il direttore a sua volta fatto denuncia. Infine quattro giorni dopo e successivamente alla conferenza stampa del magistrato in cui lo si definiva falso, pure Paolo Piffer (altro candidato sindaco) era stato tra i fortunati destinatari. Risultato quattro denunce. Il sindaco Roberto Scanagatti, Paolo Piffer, Matteo Speziali (direttore di Mb News ndr) e l’avvocato D’Antuoni. Ne vedremo delle belle pure in questo caso.
Marco Pirola