Monza: Tavecchio, cornuti e mazziati sull’Open Village

alessiotavecchio-valentinorossi

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Cornuti e mazziati. Prima perdono il partner privato a furia di aspettare il Comune e poi si sentono dire che la risposta ufficiale l’avranno soltanto a fine anno. Dopo che prima un pgt, poi l’altro, poi un sacco di promesse, ma alla resa dei conti un nulla di fatto. Venerdì è scoppiata la bomba sul progetto della Fondazione Tavecchio, un open village dove mettere a disposizione strutture e know how ai disabili anche gravi.

La commissione Urbanistica ha visto la presenza degli stessi rappresentanti della Fondazione cui, alla fine, è toccato digerire l’ennesimo boccone amaro. Ossia, che in maggioranza (parole dell’assessore all’Urbanistica, Claudio Colombo) non ci sarebbero le condizioni per procedere e che l’unica alternativa sarebbe una permuta su un’altra area.Naturalmente senza specificare quale. Ipotesi, dunque.

L’unica cosa certa è che il progetto, nato ai tempi della giunta Faglia – che concesse in diritto di superficie una area pubblica in via della Guerrina, rischia di trasformarsi in una farsa. Farsa passata anche dalla famosa maxi variante di Paolo Romani, poi naufragata in Consiglio comunale come il Titanic. Con l’azzeramento del Pgt,e le nuove decisioni della subentrata giunta Scanagatti, l’area in questione è diventata “non edificabile”.  Insomma, il solito pasticcio. Pasticcio che però alla Fondazione sta costando soldi. Non solo

Infatti il tiraemolla è già costato 20 milioni che il partner privato, Segesta (leader nella gestione delle Rsa tra cui la Sant’Andrea di Monza) avrebbe investito nel progetto. Non solo. La beffa è anche per tutti i piccoli e grandi sponsor – circa cinquemila – che avevano contribuito a finanziare il progetto.

Ma c’è anche di più. Ora la Fondazione rischia di perdere anche la sede attuale all’interno dell’area ex Philips, di Cisco. Quest’ultima ha annunciato di volersi trasferire a Vimercate e così la Fondazione si troverà – tempo massimo settembre 2014 – senza nuova struttura e senza vecchia sede. Ieri, venerdì, in commissione l’ennesima e ultima – in senso cronologico – doccia fredda che rischia di trasformarsi in un iceberg tra Comune e Fondazione.

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