
Monza, quando la Svizzera investiva in Brianza. Alfredo Zopfi, imprenditoria svizzera in salsa brianzola. Sono passati 150 anni dalla nascista a Schwanden (Canton Glarona in Svizzera) di Alfredo Zopfi, discendente da commercianti ed industriali (tabacco e tessiture) su suolo svizzero dapprima e nella Bergamasca poi ed a sua volta imprenditore nel Norditalia. Alfredo Zopfi, che secondo volontà del padre Samuele mantenne sempre la cittadinanza svizzera nonostante dall’età di tre anni fosse stato portato a vivere nella Bergamasca rimanendo poi sempre a sud delle Alpi (con rare incursioni in Ticino, ad esempio nella vertenza per il recupero di crediti dal fallimento della “Banca Poletti & Monigiotti” nel 1910), si distinse principalmente con la costituzione della “Alfredo Zopfi & C.”, officina e fonderia a Monza; ampio il ventaglio delle pluripremiate attività di produzione e di vendita (dagli ingranaggi per i mulini ai mattoni ai refrigeranti), superficie utilizzata sino a 23’500 metri quadrati – con 350 dipendenti e 200 macchinari di vario genere – nello stabilimento fatto costruire nel 1895, ovvero durante la fase di piena espansione dell’azienda, all’incrocio tra via Marsala 9 e via Gaetana Agnesi. Nel 1901, due anni dopo la nascita – a Monza, in corso Milano – del primogenito Alfredo iunior avuto dalla moglie Guglielmina “Gemma” Hössly in origine Hösli e più correttamente Hosli – la cessione della “Alfredo Zopfi & C.” alla “Società anonima meccanica lombarda” ed il trasferimento a Milano con impegno professionale nella commercializzazione di locomotive e laterizi; frequenti gli spostamenti tra Gorizia (dove nel 1903 l’imprenditore aveva acquistato una fornace) e Savona (fors’anche per ragioni di salute); nel 1919 nuova vita con il massiccio investimento di risorse finanziarie nella tenuta agricola “Sant’Anastasio” a Volterra (Pisa), dove con la famiglia Alfredo Zopfi prenderà residenza definitiva nel 1921; qui la morte, nel pomeriggio di sabato 8 agosto 1924, sul rientro dalla visita al mercato settimanale di Volterra. L’edificio sull’angolo di via Marsala 9 a Monza sarebbe diventato sede industriale della “Singer” (macchine per cucire) e, in un secondo tempo, dell’Ufficio imposte.