Monza: Stendhal e l’acqua rossa, un aperitivo storico. Un grandissimo romanziere e letterato. Un aperitivo tutto monzese. Che cosa fosse “l’acqua rossa” che il celebre Henri Beyle, al secondo Stendhal, sorseggiava proprio nel capoluogo della Brianza, purtroppo, non è dato sapere con precisione. Di certo c’è soltanto che ne apprezzava il gusto, oltre ad apprezzare il panorama. Dedicato alla passione di Stendhal per Monza e la Brianza, in tutte le sue declinazioni, è nata l’iniziativa che si svolgerà domenica pomeriggio nel giardino incantato di via Grassi. Qui, nell’ambito delle iniziative programmate dalla Consulta del quartiere Centro Storico, Confcommercio ha infatti organizzato un appuntamento originale. Una vera e propria competizione tra barman alla ricerca dell’aperitivo perduto. Dieci professionisti del calice, dovranno competere elaborando altrettanti aperitivi, alcolici e analcolici, che saranno giudicati fino ad individuare quello che meglio, per presentazione e sapore, incarnerà le atmosfere stendhaliane. L’appuntamento è fissato per le 17.

LA STORIA – Che Stendhal fosse un appassionato di Brianza ci è noto grazie ai Diari che compose durante i suoi soggiorni. Le journal du voyage dans la Brianza è considerato dai critici uno dei migliori resoconti di viaggio composti dallo scrittore. Il romanziere più di una volta definì il territorio una sorta di “paradiso ritrovato” da attraversare in lungo e in largo a piedi o in carrozza. Natura, bonomia delle persone e buona cucina. Insomma, una vera delizia. Nei Diari, egli cita un albergo dove soggiornò a Monza, l’albergo Posta, e racconta di come proprio nei caffè cittadini ebbe modo di assaggiare queste “acque rosse”, una specialità dell’epoca. A Milano e in Brianza, Stendhal fu felice, si innamorò, visse e qui avrebbe desiderato “passer ma vieillesse et morir” (passare la mia vecchiaia e morire). Non a caso, proprio sulla tomba dello scrittore, che riposa nel cimitero di Montmartre, l’epigrafe da lui stesso composta, recita: “Arrigo Beyle – milanese – scrisse, amò, visse”.