
Monza, scuola in bolletta e gli studenti si comperano le sedie. E i genitori fanno le pulizie. Ed ancora prendersi a proprie spese una stampante, un plotter, un proiettore per l’aula magna. Infine, come se non bastasse, devono pulire pure le piastrelle e le griglie intasate dalle foglie. Fotografia in chiaro scuro (più scuro che chiaro) dell’Istituto d’Arte di Monza. Una scuola che ha fatto la storia di Monza e ella Brianza e che da anni vive di “carità” e di “elemosina” perché il volontariato di studenti e genitori altro non si può chiamare in questo modo nella completa assenza delle Istituzioni. E pensare che da quelle parti sono passati personaggi come Giò Ponti, l’architetto o Giuseppe Terragni, il padre del razionalismo italiano ed ancora Mario Sironi, il lissonese Gino Meloni. Quella scuola dalla fama un po’ sinistra, ma capace di produrre perone di uno spessore umano come il monzese Carlo Vittone.
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LA SEDE DI MONZA – La scuola ha sede nell’ala sud della Villa Reale che aveva già ospitato negli anni Trenta l’Istituto per le Industrie Artistiche, legato alla storia delle Biennali e Triennali di Monza e Milano. L’edificio, caratterizzato anche da un ampio cortile, è stato restaurato e ristrutturato compatibilmente con le esigenze didattiche e di conservazione dei Beni culturali e architettonici. La collocazione, a ridosso dei giardini della Villa Reale e del Parco di Monza, lo rende ambientalmente significativo.
LA SITUAZIONE DELL’ISA DI MONZA – La scuola non può comperare le sedie o il materiale didattico perché gli acquisti spettano alla Provincia. Ma l’Isa di Monza di proprietà del Comune e della Regione Lombardia non è mai passato alla competenza della Provincia di Monza e Brianza che è impossibilitato quindi ad occuparsene. Una sorta di situazione kafkiana con la scuola di Monza tagliata fuori da qualunque tipo di finanziamento e con l’incubo dello sfratto dai locali storici sulla testa per anni. L’Isa di Monza o come da settembre ha preso la denominazione Liceo Artistico Nanni Valentini, è sostenuta economicamente dal contributo volontario delle famiglie degli studenti o da forme di autofinanziamento che vedono i professori in prima linea.
LA PROTESTA – sabato 400 studenti con i loro insegnanti hanno portato altrettante sedie nella centralissima piazza Trento e hanno fatto lezione davanti ai monzesi. Un modo colorito (del resto in futuro saranno artisti) per far vedere che si può anche “incazzarsi” senza bruciare cassonetti e spaccare vetrine. Sindaco, governatore della Lombardia e presidente della Provincia sono d’accordo: l’Istituto d’arte va salvato. Sarà una battaglia all’ultima sedia…
Marco Pirola