Antonio Marrazzo, dopo 20 anni, molla il Consiglio A breve l’addio di altri due consiglieri
Monza Saluta Andonio, la politica di Monza come il tormentone dialettale che impazza sul web e diventato virale. “Saluta Andonio”, il soggetto: potrebbe essere lui. Visti i silenzi e il mutismo di cui si è sempre circondato nonostante le sollecitazioni. Marrazzo Antonio nato a Mesoraca, provincia di Crotone. Profondo Sud che non gli ha impedito di diventare uno degli imprenditori più apprezzati della città. Il verbo: Monza, il Consiglio comunale di Monza in particolare. Il complemento oggetto: il Pd nostrano. Il re delle preferenze della sinistra (Pippo Civati escluso…) lascia dopo 20 anni di onorata carriera, la politica attiva. Quella del Consiglio comunale. Era da tempo che aveva in animo di ufficializzare questa sua decisione. “Saluta Andonio” voleva dire ciao già negli ultimi tempi della giunta Scanagatti. Mancanza di stimoli dovuti ad una carriera giocata sempre in difesa lo avevano portato a maturare la decisione di mollare. Ma Marrazzo, calabrese di nascita, non era uno che che avrebbe lasciato i compagni di viaggio per strada.
Monza Saluta Andonio sparisce, ma non molla le tessere
Aveva la faccia stanca l’ultima volta che lo abbiamo incrociato per caso. Si era imbaracato nella campagna elettorale per non disperdere quel patrimonio di voti personali che lui, da anni, si porta ovunque. Soprattutto quando c’è da votare la dirigenza del Pd. Un po’ come Lele Oriali (tanto per onorale la sua fede nerazzurra) ha sempre fatto un gran lavoro a centrocampo. Una vita da mediano che ora ha trovato il coraggio di dire stop all’impegno diretto. Ma se pensate che “Saluta Andonio” sparisca dalla scena vi sbagliate di grosso. Il suo peso all’interno del Pd cittadino rimane “pesante” e a disposizione del Partito. Anche se ultimamente in questo Pd faticava a trovare una sua dimensione, lascia un ottimo ricordo tra avversari e compagni.
Monza Saluta Andonio e ciao Roberto
A breve un altro cambio che il Mourinho invisibile del Pd sta preparando. Quello di Roberto Scanagatti che non sarà un lungo addio, ma un arrivederci visto che l’ex sindaco l’intenzione di mollare proprio non l’ha. Se ne andrà in Regione e pure con il pieno di preferenze. Lascerà ed entrerà Marco Pietrobon seguito a ruota da Elena Pepe non appena l’ex assessore Cherubina Bertola deciderà di farsi da parte completando così il ricambio generazionale.

Saluta Andonio se ne va e arriva la pasionaria rosa
L’ala dura del partito, quella nata e cresciuta all’ombra di Botteghe Oscure, non ha fatto salti di gioia. E quando mai di questi tempi se il posto spetta ad un renziano di ferro. Francesca Pontani, dieci anni meno di Marrazzo (non me ne voglia “Andonio” per l’indicazione anagrafica). Non è questione di carta di identità, ma mentalità. Un’onda lunga iniziata prima delle elezioni con l’innesto dei giovani rampanti in lista come l’astro nascente Egidio Riva, Matteo Raimondi, ma soprattutto il “re dei social” Marco Lamperti, l’ingegnere con l’hobby della politica. Francesca Pontani è destinata a lasciare il segno. la sua battaglia per le donne sfonda anche in altri schieramenti come dimostra il recente convegno sul lavoro femminile in Brianza. E’ fan scatenata di Matteo Renzi che metterebbe in qualunque salsa politica. E poi colpisce quello scatto di vita che l’ha portata da architetto affermato, a lasciare la libera professione per abbracciare quella di insegnante. Una pazza insomma. Quella “sensazione di leggera follia” come canterebbe Lucio Battisti per far cambiare passo alla sinistra anche a Monza. A cominciare dalla decisione di buttarsi anima e corpo nella campagna elettorale a favore di Giorgio Gori. Una scelta più rosa che rossa…
Marco Pirola