Monza: Rottapharm, la medicina per il lavoro? I licenziamenti

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Monza, Rottapharm la medicina per il lavoro? È il licenziamento. Un terzo dei dipendenti di Monza. Ossia 92 su 300. Tra questi pure segretarie e dirigenti. È una vera mannaia quella che si sta per abbattere sui lavoratori di una delle multinazionali più importanti di Monza e della Brianza. Rottapharm, ieri (martedì per chi legge, ndr) ha comunicato l’apertura delle procedure di mobilità per 92 dipendenti del sito monzese. I licenziamenti fanno capo interamente a Rottapharm, che ha recepito le richieste avanzate dai compratori, il gruppo svedese Meda, che lo scorso luglio aveva acquisito il gruppo. Un’ acquisto miliardario quello che di fatto ora sta segnando la strada dell’azienda brianzola. Per l’acquisto furono borsati ben 2,275 miliardi di euro. La famiglia Rovati, proprietaria di Rottapharm, ha mantenuto soltanto il settore della ricerca, ambito lucroso soprattutto in materia di brevetti.

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Ora la doccia fredda per i dipendenti di Monza. Al momento gli esuberi riguardano, come si diceva, ben 92 persone tra le quali 13 informatori esterni, figure di laboratorio, servizi generali, ma anche 5 dirigenti e le segretarie di presidente e vicepresidente. Un taglio netto che, da quanto emerso, sarebbe appunto stato richiesto da Meda che intende spostare alcune attività – come il controllo qualità – in Germania. Se sia solo il primo passo, è presto per dirlo, anche se la preoccupazione è alta. Sul fronte sindacale, della vicenda si sta occupando Cgil: “Non c’è una posizione che sia stata salvata – spiega Maurizio Paltan, responsabile del settore chimici del sindacato – Ieri c’è stato un incontro durante il quale è stato annunciato il progetto di tagli.Noi abbiamo ribattuto che si tratta di un bagno di sangue e che naturalmente non ci trova d’accordo”. Rottapharm ha comunicato ai sindacati l’intenzione di condividere il percorso: “È un’apertura – conclude Paltan – ma noi chiediamo che siano rivisti i numeri. Anche perché con una riduzione di questo genere non si comprende come possano proseguire l’attività”. Un dubbio che ovviamente apre la strada a ulteriori timori.

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