Provincia di Monza da rottamare

Marco Pirola

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Provincia di Monza da rottamare. C’è il morto (la Provincia) ma nessun colpevole. Come da copione. Non è certo nata sotto una buona stella la Provincia di Monza e della Brianza. Entrata per il buco della serratura del Parlamento nel 2004 sull’onda dell’entusiasmo finto del territorio, si è ben presto trasformata nell’ennesimo carrozzone da smaltire carico di sonate incompiute e tanti perché . Colpa dei politici? Fino ad un certo punto. La sua presa, lo slancio ideale sul territorio non c’è mai stato. I brianzoli l’hanno sempre vissuta come corpo spurio a se stante decretandone la fine prima che legislativa, naturale. Un bambino morto in culla. Solamente nella mente dei politici la Provincia è esistita. Come poltronificio più che altro. C’è da dire, ad onor del vero, che non è nemmeno colpa tutta di una classe dirigente, presidente Dario Allevi, in primis. Quest’ultimo nel 2009 era stato costretto (a suo dire) a subire certe scelte che ne hanno segnato il cammino. essendo figlia di una logica politica spartitori non poteva che seguirne il corso naturale. E’ nata, la Provincia, con il gene della malattia nel Dna. Gli scandali, gli arresti hanno fatto poi il resto. Qualcuno in via Tommaso Grossi si credeva un superman della politica. Nella realtà, in questo lustro, più che a superman è assomigliato più a Charlie Brown, il personaggio creato da Schulz, fermo sulla collinetta con il guantone da baseball pronto ad aspettare una palla che non sarebbe mai arrivata. In questi giorni non ho visto sindaci, politici, ma soprattutto gente come pronta a strapparsi le vesti per la morte annunciata della Provincia. Invertendo il detto: meglio un bel funerale che un brutto processo. Poche lacrime e ancor meno domande. Chiudiamola qui e ricominciamo da dove eravamo partiti: dal territorio.

Marco Pirola

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