Monza un premio per la sfiga al marocchino spacciatore

Quando si dice che uno se le va a cercare

Monza un premio per la sfiga non glielo toglie nessuno. Capita di collezionare figuracce. Per carità. Quello che è accaduto ad un quasi trentenne marocchino però strappa un sorriso. Offre droga ai carabinieri in borghese pensando che fossero due abituali clienti alla ricerca di una dose. Pimo click. Il marocchino di 28 anni staziona da tempo davanti ai giardinetti di via Boccaccio a Monza. Ogni tanto interrompe l’attesa con una sigaretta accesa al volo ed una passeggiata lungo la via. Non ha fretta. Anzi. Stretto nel suo giubbotto alla moda aspetta. I clienti che da quelle parti non mancano mai. E così deve aver scambiato quei due vestiti da “sballoni” che si sono avvicinati come potenziali acquirenti del “fumo” che aveva in tasca. Errore. I due erano carabinieri in borghese in servizio antidroga proprio ai boschetti reali. Una zona di spaccio a tutte le ore.

Monza un premio per la sfiga

Così un 28enne di nazionalità marocchina, senza fissa dimora, è stato arrestato. Detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti l’accusa che lo porterà davanti al magistrato di Monza. L’episodio è accaduto giovedì 8 marzo durante la tarda serata nella zona alberata lungo via Boccaccio, a Monza. Durante un normale pattugliamento in abiti civili, il personale del Nucleo operativo radiomobile, aliquota operativa, dell’Arma monzese è stato avvicinato dal giovane che ha chiesto loro più volte se volessero della “roba”. Ma al posto dei soldi e due militi hanno tirato fuori le manette. Scattata una perquisizione, il 28enne è stato trovato in possesso di tre grammi di hashish e di 50 euro in contanti, secondo i carabinieri provento dell’attività di spaccio. Droga e denaro sono stati sequestrati. Lo straniero invece è stato trattenuto nella camera di sicurezza della caserma di via Volturno a Monza in attesa del processo con rito direttissimo. Uscirà presto visto che è incensurato. Vista pure la minima quantità di droga sequestrata. Forse la “pena” maggiore sarà la presa per i fondelli dei suoi colleghi che ancora questo pomeriggio stazionavano seduti sulle panchine reali dei giardini della Villa.

Marco Pirola

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