Monza cambia e scopre che in politica non è sempre Natale

Marco Pirola

Marco Pirola

Monza cambia e scopre che in politica non è sempre Natale. Piffer se ne va. Dopo il trasferimento del consigliere dalla Lista Civica “Cambia Monza” al Gruppo misto, Monza cambia. Se ne è accorto pure il presidente Beppe Natale che ha visto “sgonfiarsi” la creatura. Sì, Beppe Natale. Quello che da San Fruttuoso di Monza ha studiato in America. In questi due anni ha cercato di spiegarci che cosa sia la politica. Ci ha provato, diciamo. Questo va a suo merito. Alla fine ha dovuto però fare i conti con il “cavallo” che è scappato e lui è rimasto al palo. Il tradimento? Colpa di Piffer risponde uno. Colpa di Natale replica l’altro. Come i bimbi un po’ viziati che litigano nel cortile della scuola contando le figurine: ridammi la mia. Dopo due anni e mezzo, l’esperimento della nuova “primavera monzese” come quella araba, assomiglia sempre più ad un vecchio film della politica: il cambio di parrocchia. Già visto altre volte. Del resto Beppe Natale (nonostante gli insulti ricevuti da lui, di cui ne frego altamente, lo ritengo persona intelligente) che poteva fare quando ha avuto sentore che il cavallo Piffer stesse per cambiare fantino? Semplice. Fare il giro delle sette chiese del centrodestra per cercare alleanze e vendersi un progetto che stava per naufragare con l’alfiere Piffer pronto al tradimento. Non ho scritto nella puntata precedente che Beppe Natale ha fatto cene in Brianza, ma posso sempre scrivere che ha incontrato un paio di rappresentanti dell’ opposizione certo non per discutere di lavoro, ma di politica. Lo posso scrivere. L’ho scritto. Che succederà ora nella politica di Monza? Niente. In maggioranza dove Roberto Scanagatti assiste seduto sul trono del sindaco come un imperatore romano osserva non la città bruciare, ma i rappresentanti dell’opposizione scannarsi inutilmente tra loro. Conoscendolo da decenni, sono sicuro che non gli piace. Lui quando “gioca” vuole farlo con degli avversari veri non surrogati. Nel centrodestra? E’ l’inizio della guerra civile per una leadership che non c’è e che sta riportando a galla vecchie cariatidi. Anche questo un film giù visto e una litania abituale più di Pasqua che di Natale…

P.S.

Sull’intelligenza di Beppe Natale posso sempre cambiare idea e siamo sulla strada. La mobilitazione dei suoi Ascari mi fa sorridere talmente è numerosa e qualificata dal momento che non sanno distinguere un giornale che ha un direttore responsabile dalla bacheca Facebook. Strumento quest’ultimo che nella vita e nella politica, ha permesso anche a molti nani di sembrare giganti. Soprattutto quando il sole, come di questi tempi, è basso. Le stesse cose sulla nascita di Cambia Monza, le avevo scritte anni fa su L’esagono. Compresi i nomi degli sponsor. Ringrazio il Beppe Natale calabrese per la “diapositiva” padana che mi ha voluto dedicare in suo post. Sulla vecchia politica caro Natale chieda al babbo (sembra una battuta, ma non lo è). Chieda a papà, quello che le ha permesso di studiare all’estero, chi era Francesco Mobilio. Avvocato, politico fine e personaggio della prima Repubblica con carattere e passione e soprattutto amicissimo di famiglia. Se dopo due anni che ha cavalcato la Lista Civica giocando con la politica, si è fatto scappare il cavallo, non deve dare spiegazione a me. Ci mancherebbe. Magari ai suoi elettori e pure a papà suo, quattro parole io le direi…

Beppe Natale, Cambia Monza
Beppe Natale, Cambia Monza

 

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