La Provincia dà gratis spazi al Centro Islamico di Monza e questo li fa pagare agli italiani
Monza polemica sui corsi di arabo per bambini islamici nati in Italia. Spazi avuti gratis e corsi invece a pagamento. Quattro aule del Mosè Bianchi gratis per il Centro islamico dalla Provincia. E si qui potrebbe anche esserci da dire rimanendo nell’educata dialettica politica. Visto che altre associazioni brianzole, gli spazi per le loro attività, li debbono pagare. Quando poi si scopre il resto, l’incazzatura politica lascia il campo ad altro. Sì perché le aule così ottenute, sono messe “in commercio” dal Centro Islamico. Per la modesta cifra di 150 euro a corso. Andrea Monti, consigliere leghista, figlio di tanto padre, ha un diavolo per capello. Essendo milanista non deve essergli pure difficile…
Monza polemica corsi arabo: il danno
“Siamo di fronte ad una sorta di integrazione alla rovescia – commenta il vulcanico consigliere provinciale – dove l’Ente pubblico concede vantaggi economici per agevolare lo studio della lingua araba. Per meglio integrare i giovani italiani nella comunità araba. Noi pensavamo di essere alle prese con un problema enorme. Ovvero quello di integrare giovani bambini e ragazzi di cultura e lingua araba in Italia. Invece no. Oggi compiamo un passo in avanti. Siamo noi a doverci integrare. Davvero curioso. E pensare che le associazioni brianzole pagano regolarmente per l’utilizzo degli spazi”. L’iniziativa sarebbe figlia di un accordo di collaborazione tra Assessorato all’istruzione del Comune di Monza, Centro Islamico di Monza e Brianza e Istituto Scolastico Mosè Bianchi. Quale ruolo abbia la Provincia di Monza e Brianza a guida di sinistra, oltre a quello di metterci gli spazi gratuitamente, non è dato sapere
Monza polemica corsi arabo: la beffa
I partecipanti possono avere al massimo 16 anni e il corso non è gratuito, ma ha un costo complessivo di circa 150€. Tra iscrizione, fornitura libri, assicurazione e quant’altro. Quindi la Provincia, in disperata situazione economica, concede gratuitamente spazi per organizzare corsi di arabo. Corsi che sono pure a pagamento. Per i curiosi (almeno di sapere dove vano a finire i soldi…) il corso si svolgerà ogni martedì, dalle ore 17 alle ore 21. E proseguirà fino al 15 giugno.
Monza polemica corsi arabo: la Provincia
“Mi chiedo, come mai la Provincia si permette il lusso di regalare questi spazi? – commenta Monti – E soprattutto, come mai a qualcuno li “regala”. Quando invece a svariate decine di associazioni sportive, quelle che si occupano dell’attività ludica e agonistica di centinaia di nostri ragazzi, fa pagare affitti salati. Per l’utilizzo degli spazi scolastici di sua proprietà?”. la Provincia come altri Enti in Italia è alla canna del gas. Si attende l’approvazione del bilancio preventivo 2016. Soldi zero, ma il presidente trova il modo di fare un regalo di Natale anticipato. Con il Decreto Deliberativo Presidenziale) n.98 del 30/11/2016, ha deciso di fare un regalo al Centro Islamico di Monza. Centro guidato dall’algerino Fouad Selim, già membro dell’UCOII.). Gratis l’utilizzo di importanti (per dimensioni e durata) spazi scolastici provinciali. Si tratta di quattro aule del Mosè Bianchi di Monza. Per un lungo periodo che va dal novembre 2016 al giugno 2017. il tutto per organizzare un corso di lingua araba. Non corsi di italiano per arabi, proprio corsi di arabo per bambini e ragazzi.
Monza polemica corsi arabo: la motivazione
“La Provincia di Monza e della Brianza ritiene opportuno offrire a bambini e ragazzi la possibilità di apprendere la lingua araba. In considerazione del considerevole numero di famiglie residenti in Italia provenienti dai paesi arabi. Della storica rilevanza di scambi culturali tra paesi del Mediterraneo. Della crescente diffusione di rapporti economici, commerciali e sociali tra i paesi arabi e l’Italia”
Monza polemica: gli interrogativi sugli spazi
“Innanzitutto dal decreto – sostiene Monti – non si evince bene chi sia il soggetto che abbia avanzato la richiesta di spazi. Anzi, non si riporta l’esistenza di nessuna richiesta. Si fa semplicemente cenno ad una generica nota pervenuta in data 30 settembre 2016. A firma del dirigente dell’Istituto Mosè Bianchi, in cui viene inviato questo accordo di collaborazione, senza altro specificare. Ma è stata fatta la richiesta? E se si, chi l’avrebbe firmata?”. Questo particolare non è secondario, visto che in base al «Regolamento per la concessione in uso a terzi di strutture scolastiche», all’articolo 5, tale domanda dev’essere formalmente inviata e firmata dal legale rappresentante dell’Associazione o Ente che la presenta. C’è poi l’obbligo di presentare regolare copertura assicurativa RCT, obbligo posto in capo al soggetto che presenta la domanda.
Monza polemica: le domande sui tempi
Rimane poi la questione temporale. All’art. 6 si specifica chiaramente che le richieste annuali di occupazione spazi debbano pervenire entro il 31 luglio. La nota della scuola è del 30 settembre. Com’è stato possibile, quindi, concedere le aule? Arriva una domanda fuori tempo massimo di due mesi e si fa finta di nulla?
Monza polemica: i costi
La concessione gratuita riguarda un periodo che va dal 1 novembre 2016 al 15 giugno 2017. Tutti i martedì per quattro ore in quattro aule. Partendo dalla tariffa base oraria di 3,51 euro. I conti sono presto fatti. Si tratta di 4 aule, 33 martedì, per un totale di 528, che sommano un totale di 1.853,28 euro. Ma perché si è deciso di scontare questa cifra al Centro Islamico di Monza e Brianza? Perché sarebbero loro più meritori delle altre associazioni a cui viene fatto pagare regolarmente?
Monza polemica: rischio madrasse
Dopo avere giocato a centrocampo Monti va all’attacco. “Una scelta politica incomprensibile. Figlia del solito vizio della sinistra che si sente in qualche modo sottomessa ad un mondo islamico a cui pare tutto sia dovuto. Ma perché mai? Senza contare che questo corso, che ha la chiara finalità di far imparare l’arabo anche a quei bambini stranieri che sarebbero cresciuti con la sola lingua italiana, potrebbe rappresentare un elemento di radicalizzazione culturale. È evidente l’intenzione di questo Centro Islamico, quella di evitare che le nuove generazioni perdano il contatto con la cultura di riferimento delle famiglie. E il primo passo è preservare la lingua. A loro lo concedono, gli amici del PD, mentre invece si sono scagliati contro la legge di Regione Lombardia volta a tutelare la lingua lombarda”. Chi poi controllerà e vigilerà su questi corsi? Chi potrà garantire che non si trasformino in vere e proprie madrasse nel cuore della Brianza?
marco pirola