Monza paura Coronavirus se ti risponde un carabiniere

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I soci della sezione Anc Monza a supporto del centralino della Protezione civile di Milano

Monza paura Coronavirus se il terrore corre sul filo, ecco che a supporto dei centralini intasati arrivano i carabinieri. Seppur in congedo, pur sempre carabinieri sono. La vecchia guardia dell’Associazione nazionale carabinieri si schiera anche da queste parti. Quelli della “riserva” che mai si tirano indietro davanti alle emergenze. Andranno ad affiancare e dare il cambio agli operatori della Protezione Civile. Impegnati da giorni, seppur dietro la scrivania, a tranquillizzare la gente. Un lavoro di contenimento sfibrante. Loro non hanno paura. Figurati se un carabiniere si fa intimidire da un “virus fetente” come lo ha definito un napoletano verace dell’associazione. Lui, il campano che era arrivato al Nord nel decennio buio in cui non si affittava ai meridionali, è sempre stato trattato “alla pari”. Ora vorrebbe ricambiare l’affetto che ha ricevuto mettendosi a disposizione. Nonostante le condizioni fisiche non proprio ottimali. Altri hanno già dato la propria disponibilità ai vertici dell’Associazione. Insomma si reagisce.

Monza paura Coronavirus, l’Italia che reagisce

I turni al centralino saranno di 6 ore e i volontari saranno integrati con coloro già operanti in centrale operativa. È richiesto l’intervento di volontari “svegli”. Nel senso che se la sentano di interloquire con il pubblico “preoccupato” fornendo adeguate informazioni. I nominativi saranno trasmessi al responsabile della protezione civile al fine di concordare l’operatività. Il presidente di dell’Associazione di Monza (Vito Potenza) non ha fatto in tempo ad emanare la circolare che subito è stato sommerso di richieste dei soci. Per lui sono giorni difficili. È in prima linea su due fronti. Anche come responsabile della Farmacom (le farmacie del Comune di Monza) è impegnato a cercare di acquistare amuchina e mascherine in tutto il mondo. La richiesta è arrivata persino in Sudamerica.

Monza paura Coronavirus, l’Italia della paura

È la maggioranza. Il simbolo di oggi nella Monza della paura è la coda fuori dall’Ufficio delle Entrate in via Passerini. Una lunga fila di persone che aspettano fuori il “famigerato” edificio. Dentro vuoto. Fanno entrare uno alla volta per evitare assembramenti “pericolosi”. Far aspettare fuori riduce il rischio di contaminazione, ma fa aumentare le “saracche” che in posto come quello sono all’ordine del giorno.

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