Monza, c’è chi dice no alle trivelle

Mobilitazione a Monza in vista del voto di domenica sulle trivelle

Monza, sulla scia referendaria di questo ultimo mese (si vota domenica 17 dalle 7 alle 23), anche a Monza si è tenuto un convegno a favore del “si”. All’Urban Center di largo Mazzini, due esperti in geologia e ingegneria ambientale, aiutati da un ex-assessore della provincia di Lecco, si sono spesi nell’illustrare le motivazioni per le quali andare a votare contro le piattaforme di estrazione entro le 12 miglia dalla costa.

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MONZA: IL CONVEGNO – Il primo a prendere la parola è stato Gianni del Pero, geologo e membro del WWF. Le motivazioni che ha addotto alla causa sono articolate. Il rispetto del mare come risorsa, la presenza di inquinanti e il rischio di disastri ambientali sono stati i punti principali evidenziati dal geologo. Anche la questione “royalties” è stata tirata in ballo. Infatti, secondo la legislazione italiana, le tasse fisse pagate sulle estrazioni di combustibili fossili sono piuttosto basse rispetto alla media. Un dato allettante per le aziende del comparto oil&gas. La parola è passata a Marco Molgora, ex-assessore all’ambiente della Provincia di Lecco. Oltre alle osservazioni politiche e all’insoddisfazione nei confronti di amministrazione pubblica e governo, Molgora ha liquidato il problema dell’occupazione come “di poco conto”. Per compensare la questione lavorativa, sono state esposte stime che dimostrano i livelli occupazionali che potrebbero essere raggiunti con un ingente investimento in risorse energetiche rinnovabili.

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MONZA: IL RICERCATORE – Ultimo oratore della serata è stato Gianluca Ruggeri, ricercatore in ingegneria ambientale presso l’Università dell’Insubria. Sorvolando le questioni prettamente referendarie, Ruggeri ha illustrato come gran parte dei concetti sulle rinnovabili siano sbagliati. Dai costi per gli impianti fotovoltaici al problema dello smaltimento dei componenti dei pannelli solari, il ricercatore ha dimostrato che un futuro “green” è sostenibile e altamente consigliabile. La conferenza si è chiusa con l’illustrazione di un nuovo modello economico secondo cui, con l’impiego delle rinnovabili, sia la produzione sia il consumo di energia passerebbero in mano ai cittadini.

Alessandro Galli

 

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