Monza morta Anna Sorteni, la signora della Cultura

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I funerali lunedì 18 febbraio alle 15 al Santuario di Santa Maria delle Grazie di via Monte Cassino

Monza morta Anna Sorteni. E per chi conosce Monza è più che un lutto. E’ un pezzo di storia che passa la mano. Donna di grande carattere e non poteva essere altrimenti vista la “nobile genia” se ne è andata in silenzio come aveva sempre vissuto. Architetto, figlia del primo sindaco di Monza dopo la Liberazione. Giovannino d’oro a furor di popolo. Cofondatrice e presidente del Museo Etnologico. Anna Sorteni è morta sabato 16 febbraio.

Monza morta la signora della Cultura

L’avevo incontrata più di una volta nel corso della mia carriera professionale (chiamiamola così, tanto per darci un tono). Ecco, forse era stato proprio quel tono umile, ma per nulla dimesso che mi aveva colpito. Negli anni Cinquanta era stata una delle rarissime donne a diventare architetto in Italia al Politecnico di Milano. raccontava con entusiasmo di quando aveva iniziato a lavorare nello studio di Leo Sorteni, il padre, in via De Amicis. Proprio dietro al Tribunale. Leo era un ingegnere. Alla sua morte, per un “banale” incidente,  rileva lo studio. Era il 1960. Da un giorno all’altro si ritrova in mano un gran numero di cantieri da completare. ma lo studio Sorteni in quegli anni era più che una garanzia. Il primo sindaco di Monza dopo la Liberazione. Uno che girava in bicicletta e moto e non andava troppo per il sottile quando doveva risolvere i problemi di una città come Monza.

Monza morta Anna Sorteni tra sacro e profano

Molti clienti del padre erano sacerdoti e in una città come Monza sapeva solo Dio quanto potevano contare. Non erano abituati ad avere a che fare con una donna per questi lavori. Ma lei era riuscita a vincere la diffidenza della tonache. Anche perché il padre ricambiava l’affetto dei prelati costruendo chiese. Come quella di San Rocco. Inizialmente pensata secondo la vecchia liturgia con il prete che diceva messa spalle ai fedeli. E poi modificata in base ai dettami del Concilio Vaticano II. La stessa chiesa su cui si favoleggia della presenza di una colonna di epoca romana che un grosso industriale monzese aveva trovato durante un’immersione in Jugoslavia. Presa e fatta arrivare in qualche modo in Italia, il resto lo aveva fatto una crisi di coscienza. Poi riadattata dal noto designer di orologi svizzeri. ma questo con anna sortemi c’entra poco o nulla anche se quella chiesa era la sua preferita.

Monza morta la signora del museo

Il comunicato del sodalizio che regge il museo Etnologico parla da solo. “Anna è stata per il Museo una Presidente necessaria e preziosa, per le sue competenze professionali, per la totale e instancabile dedizione, per l’assiduità della presenza nel corso del lunghissimo tempo in cui si è dedicata al Museo, per la capacità di stimolare progetti, con creatività, lungimiranza, passione e autorevolezza; per la forza con cui ha creduto e lavorato sempre, affinchè il Museo arrivasse ad avere una collocazione, adeguata alla ricchezza del patrimonio raccolto, custodito e conservato. E’ stata, per tutto questo, esempio e stimolo per quanti hanno collaborato alle attività del Memb e continuerà ad esserlo in futuro”.

Monza morta Anna Sorteni, l’incontro con Pina Sacconaghi

La mania di non buttar via nulla e di raccogliere tutto. Questo l’aveva spinta verso l’idea di un museo. La sua amicizia con Pina Sacconaghi, pittrice monzese grande amica di famiglia. Dai ricami della madre al grande rifiuto di Milano. ed ecco nascere l’idea del museo Etnologico. Nel 1978 lo aveva realizzato lei grazie alla collaborazione del club Soroptimist, cui apparteneva. La collezione ha raggiunto i 25mila pezzi che necessitano di una catalogazione più “moderna”. La prima mostra sul cappello. La casa di via Rovani vero avamposto della Cultura monzese. Ed infine lunedì il funerale nella chiesa storica della Madonna delle Grazie. Un piccolo gioiellino sopravvissuto al cemento senza memoria di Monza.

Marco Pirola 

 

 

 

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