Due mesi di coma a Monza e ora riesce ad aprire gli occhi
Immobile nel letto, ma ora riesce ad aprire almeno gli occhi. Massimo D.P., 36 anni di Monza colpito da un violento pugno alla testa dopo il concerto di Manu Chao al parco di Monza, è uscito dal coma. Le sue condizioni rimangono gravissime, ma non è più in pericolo di vita. Il ragazzo di Monza che frequentava un centro sociale a Torino, è stato trasferito dall’ospedale San Gerardo di Monza ad un centro di riabilitazione specializzato. Riesce ad aprire gli occhi anche se rimane immobile nel letto. Due interventi chirurgici al cervello per ridurre l’ematoma causato dal pugno sferrato da un venditore ambulante romeno e una lunga degenza davanti.
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IL FATTO – Secondo quanto accertato dalla Polizia, la sera dell’esibizione di Manu Chao al parco di Monza che ha attirato 40mila spettatori, Massimo D.P. aveva esagerato con gli alcol prima dell’inizio del concerto. La ricostruzione degli inquirenti parla di atteggiamenti da “ubriachezza molesta” al chiosco di panini e bibite dove quella sera lavorava l’indagato. Quest’ultimo rinchiuso nel carcere di via Sanquirico a Monza. Gli amici con cui era venuto all’esibizione lo avrebbero perso di vista tutta la sera, per poi ritrovarselo dopo il concerto allo stesso chiosco ancora ubriaco. Dopo aver cercato di portarlo via per evitare la situazione degenerasse. Poi il pugno alla testa sferrato all’improvviso con estrema violenza. L’aggressore rintracciato e arrestato dalla Polizia di Monza è un romeno dedito alle arti marziali e di corporatura massiccia. E’ accusato dalla Procura di Monza di tentato omicidio. A dare l’allarme quella sera un operatore della Protezione Civile di Monza. Il ragazzo ha perso subito conoscenza ed è stato soccorso dai volontari della Croce Rossa e portato al San Gerardo di Monza. La prima segnalazione parlava di una “caduta accidentale”. Durante la notte in ospedale gli agenti avevano ricostruito l’accaduto e 24 ore dopo i poliziotti già avevano arrestato l’aggressore.
L’altra faccia del compagno Manu Chao e il cuore della Croce Rossa