Monza, archivio storico sparito e la supercazzola del sindaco. Non c’è niente da fare. Roberto Scanagatti è “lo special one dei number one“. Tanto per citare Josè Mourinho allenatore a lui sgradito se non altro per avere allenato l‘Inter. Dopo essere stato colto in fallo o in ritardo sull’avversario riesce sempre ad inventarsi quel colpo di tacco o la “mano de Dios” come fece Maradona, per ribaltare la situazione a suo vantaggio. Era capitato sulla Villa reale di Monza restaurata è capitato ancora nell’ultimo Consiglio comunale a Monza dove lui, sindaco comunista, ha sparato una sua “supercazzola brematurata con scappellamento a destra” come fece Ugo Tognazzi in Amici miei. Risultato identico: nel film vigile steso, a Monza gli avversari. Gli stessi che non sono stati convinti dalle sue parole, ma sono andati via con il sorriso sulle labbra.
COSA E’ ACCADUTO A MONZA – Un po di giorni fa, dopo l’alluvione del Lambro che ha reso alcune vie di Monza veri e propri fiumi in piena, la consigliera comunale Anna Martinetti, sempre attenta e sensibile alle tematiche culturali, aveva chiesto con un’ interrogazione in aula la situazione in cui versava l’archivio storico posto nei locali che il Comune di Monza ha in locazione in via Annoni, una delle strade maggiormente sommerse dalle acque del Lambro.
IL SINDACO – A questa domanda Roberto Scanagatti ha risposto canzonando l’interpellante, quasi fosse una visionaria, affermando che in via Annoni non c’è più nulla da anni e che tutto l’archivio storico è stato trasferito al sicuro altrove. Un coro di risolini e sfottò degli ascari del sindaco in maggioranza sembrava aver seppellito nell’imbarazzo la malcapitata ex preside prestata alla politica. Figurati se Antonio Cabrini sbaglia il rigore nella finale mondiale in Spagna ’82. Il centravanti non sbaglia mai. Anche Cabrini ha sbagliato. Le cose poi, per fortuna nostra, sono andate diversamente…
LA CONSIGLIERA – Anna Martinetti, non del tutto convinta e forse offesa per il trattamento riservatole, l’indomani ha voluto vestire i panni dell’indagatrice andando sul luogo del delitto. Lì, proprio in via Annoni, dove non doveva esserci nulla e nessuno, ad accoglierla un cortese e orgoglioso custode che le ha mostrato i mille documenti antichi conservati nel prezioso archivio storico, dagli editti del ‘700 agli atti della Repubblica Cisalpina, alle carte del Regno Lombardo-Veneto. E, quasi a dimostrare ulteriormente che l’archivio è fantasma solo per il Sindaco Scanagatti, mentre la consigliera ispezionava, altri due professionisti chiedevano di consultare i documenti che non avrebbero dovuto esserci.
IL FINALE – Sanagatti, come dicevo ad inizio articolo, ha una marcia in più rispetto agli avversari: la retro. L’altra sera ad ascoltare il racconto della consigliera di opposizione palpabile era l’imbarazzo in aula, tranne che per il sindaco, il quale avendo per antonomasia sempre ragione (mi ricorda qualcuno…) ha ridimensionato l’accaduto. E lo ha fatto alla sua maniera. Con la “mano de Dios”. Sciorinando un sermone per cui la situazione non era poi così grave, così impellente, così insomma. In sintesi l’archivio che sette giorni prima era sparito trasferito da anni era misteriosamente riapparso nelle parole inebrianti del sindaco. Anche i fuoriclasse, a furia di giocare da soli e di non passare mai la palla, ogni tanto si incartano e fanno figuracce. Poco male: tanto i tifosi applaudono sempre e fischiano l’avversario. A prescindere…
Marco Pirola