ALTRI INDAGATI – Come una palla di neve scende dal versante della montagna e si trasforma in valanga, anche l’inchiesta delle Fiamme Gialle monzesi si allarga e rischia di diventare incontenibile. Ai 26 arresti di cui 14 in carcere e 12 ai domiciliari, oltre alle 15 persone indagate con obbligo di residenza eseguiti in settimana, se ne aggiungeranno altri sette le cui ordinanze di custodia cautelare sono già state prese in considerazione dal magistrato. Questione di ore e dovrebbero scattare altri provvedimenti.
LE RICHIESTE – Le richieste del magistrato riguardano lo sviluppo del filone d’indagine sui lavori eseguiti al cimitero cittadino di Monza (già sotto la lente di ingrandimento) e l’appalto per la gestione del verde pubblico. Appalti ed “idee” sottoposte nei mesi scorsi ad un’attenta analisi da parte degli uomini al comando del tenente colonnello Mario Salerno. Ex politici (è proprio il caso di dirlo), ma anche di attuali che gravitavano nell’orbita di Giancarlo Sangalli e dell’impresa Malegori sono finiti nel “mastello” della Procura.
LE ACCUSE – Anche in questo caso i reati contestati sono:corruzione, turbativa d’asta pubblica, truffa aggravata ai danni di Ente pubblico ed emissione di fatture false per decine di migliaia di euro.
L’INCHIESTA – Le oltre 18.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare per l’operazione “Clean City” (città pulita) che ha visto impegnati sul campo oltre 200 militari della Guardia di Finanza coordinati dai sostituti procuratori di Monza, Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, si arricchiscono di un ulteriore capitolo destinato a irrompere con più fragore nell’agone politico brianzolo.