
Monza, un Consiglio comunale tra la figa di legno e una testa di… Quella frase offensiva scritta davanti al posto dove Martina Sassoli siede in Consiglio è più di un insulto. E’ il termometro di come vanno le cose a Monza e in generale in Italia. Certo le colpe di come siamo arrivati a questa situazione vanno ricercate se non nel centrodestra stesso, ma questo come direbbe Carlo Lucarelli: è un’altra storia.
LA SCRITTA – Torniamo alla scritta. Parole offensive fatte non in un luogo qualunque, ma all’interno della “sacrestia” delle Istituzioni democratiche come lo può essere l’aula del Consiglio comunale. Telecamere spente, sicurezza zero, il colpevole non verrà mai fuori. Sicuramente il coglione che ha fatto la scritta nemmeno si è reso conto della portata del suo gesto. Un’offesa non tra i banchi del pubblico, ma proprio sull’altare della politica dove un rappresentante di Monza cerca di svolgere la propria funzione. Tema che dovrebbe essere caro alla sinistra. Fosse capitato con una di loro mentre erano all’opposizione, avremmo avuto l’ennesimo corteo, un paio di girotondi e fiumi di parole sui giornali. Oltre ad un’incazzatura diffusa e generalizzata. Invece no. Oggi la parola d’ordine tra la sinistra di governo di Monza sembra essere: acqua sul fuoco. Ci sta. Tra quella invece di “lotta ed opposizione“. Quella del “cioè cazzo compagni, l’importante che Tzipras abbia vinto in Grecia e chi minchia se ne frega della figa di legno della Sassoli che è fascista a prescindere“. Da quella ben rappresentata nei film di Verdone insomma, è arrivato ben altro. Non la solidarietà ad una donna offesa, ad un avversario colpito. Certo a parole c’è stata, ma anche gli sfottò, le battutine da salotto radical chic. E pure qualche consigliere comunale ha abboccato, dimostrando una caduta di stile che non mi sarei aspettato. Un duello sui social in un crescendo rossiniano di cose dette e non dette, giocato sui sottintesi, battutine, esternazioni di “macismo intellettuale da osteria di sinistra” con la finalità precisa di denigrare l’avversario donna perché avversario appunto, ma soprattutto perché ricca. Come se fosse una colpa. Barbie Sassoli (la battuta non è mia) è cresciuta. Dell’offesa non se l’è presa più di tanto. La sua reazione composta da “signorina quasi di mezza età” (questa sì che la farà incazzare di brutto..) al fatto ha dimostrato una maturità che altri non hanno. Anche se l’ignoto coglione autore della scritta offensiva, deve aver sbagliato materiale. Se non altro per una questione di famiglia. Infatti non trattasi di legno, bensì d’acciaio..
Marco Pirola
P.S:
Ogni riferimento a cose e persone come Marco Lamperti e Alessandro Gerosa è puramente casuale e solo in qualche parte casualmente voluto. Da loro mi sarei aspettato ben altra reazione se non altro per la carica che rivestono. Ma i due sono giovani, il primo pure simpatico. Impareranno. Altrimenti nell’ “acquario di casa Sassoli”, come ha scritto qualcuno, Lamperti non ci finirà, ma ce lo butteranno i suoi assieme al mangime per i piranha…