Monza immigrazione, mazzette e permessi falsi

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Permessi falsi: presi un finanziere, un poliziotto, un commercialista e un messo comunale

Monza immigrazione, mazzette e permessi falsi. Manette all’alba per otto. Un finanziere, un poliziotto, un commercialista e un messo comunale. Non è l’inizio di una barzelletta stile anni Settanta riveduta e corretta con i tempi moderni. Ma sono i protagonisti dell’ennesima inchiesta della procura di Monza sull’immigrazione clandestina. Se poi ci aggiungiamo che l’esimio (si fa per dire) esponente delle Fiamme Gialle era quello che avvisava i commercianti monzesi degli imminenti controlli sui loro locali il quadro a tinte fosche è quasi completo. Più simile ad un dipinto di Rubens che ad un ritratto di Andy Warhol.

Monza immigrazione, gli arresti

Un’associazione a delinquere finalizzata al rilascio o rinnovo al rinnovo dei permessi di soggiorno. Alla concessione del nullaosta per il ricongiungimento famigliare di congiunti di extracomunitari. La Guardia di Finanza di Seregno, la Polizia di Stato di Milano, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari personali, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Monza Emanuela Corbetta, nei confronti di otto persone.

Monza immigrazione, il caso

Sono 21 i casi in cui cittadini egiziani avrebbero ottenuto permessi di soggiorno senza averne diritto. L’associazione a delinquere era capeggiata da un cittadino egiziano da anni residente in Brianza a Bernareggio. Era composta da altri tre egiziani. Un commercialista di Legnano e di tre pubblici ufficiali, un ispettore della Guardia di Finanza di Monza, un sovrintendente della Polizia di Stato in servizio a Milano e un messo comunale di Monza.  L’organizzazione creava documentazione falsa, certificati medici e di residenza fasulli, buste paga fittizie per contratti di lavoro subordinato inesistenti, dichiarazioni fiscali relative a redditi mai percepiti.

Monza immigrazione, l’inchiesta

Le indagini sono partite nei primi mesi del 2016 da un controllo per il contrasto del lavoro irregolare eseguito nel 2016 dalle Fiamme Gialle di Monza in un esercizio commerciale gestito da un cittadino egiziano. Lo stesso aveva inveito contro i militari operanti. Nell’approfondire l’accaduto, su delega di Salvatore Bellomo, pubblico ministero della Procura della Repubblica di Monza, i finanzieri della compagnia di Seregno hanno scoperto una rete di rapporti illeciti finalizzati all’ottenimento/rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini stranieri. In carcere sono finiti l’egiziano organizzatore dei raggiri, il finanziere, il poliziotto e il commercialista. Ai domiciliari altri tre complici egiziani e all’obbligo di dimora il messo comunale monzese. Al finanziere sono contestati anche alcuni episodi corruttivi, in quanto, tra l’altro, avrebbe avvisato diversi commercianti di imminenti controlli in materia di scontrini e ricevute da parte del Gruppo di Monza in cambio di denaro e regalie.

Monza immigrazione, i soldi

L’indagine ha visto coinvolti nel complesso 39 indagati. Ha consentito di individuare 21 casi in cui cittadini extracomunitari sarebbero risultati beneficiari di un permesso di soggiorno sul territorio italiano. Oppure di un ricongiungimento di familiari dall’estero senza averne diritto. In cambio di somme che variavano da qualche centinaio di euro fino a 5mila euro. Pagate in contanti o attraverso carte di credito prepagate.

Marco Pirola

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