Monza il coprifuoco parte prima. “Dai su è tutto aperto ragazzi. É stato chiuso tutto ciò che creava assembramento (bar, ristoranti, pub) e attività dove c’è uno scambio diretto (centro estetico, abbigliamento).Per il resto c’è quasi tutto.Volendo i negazionisti con una decina di autocertificazioni in tasca possono uscire come prima e più di prima.
Monza il coprifuoco
“Questo è un messaggio che ho trovato tra i commenti di un post. Mi chiamo Mario Galbiati. Molti di voi mi conoscono. Sono nato a Monza nel febbraio del 64. Marito di Valeria. Padre di Luca e Alberto. Tutti lavoriamo nel campo della ristorazione. Sono NONNO di Leonardo. Suocero di Giorgia. Fratello di Paola ed Eugenio e non meno figlio del Mitico Gianni. Nella mia famiglia (li considero tali) ci sono altri 10 dipendenti ormai con me da anni. Sono titotolare di un ristorante in Monza. Questo per chi non mi conosce.
Lo sfogo del Mario
Nel primo lockdown… 75 giorni ho chiuso completamente come da disposizioni. Mi sono dato da fare e ho cercato di far fronte agli impegni economici come meglio potevo. Per fortuna è andata quasi bene. Mi sono adeguato ai distanziamenti perdendo il 40% dei posti. Ho speso soldi in mascherine, guanti, disinfettanti vari.Ho fatto quello che mi hanno chiesto. Non sempre ci sono riuscito, ma credetemi, ho fatto del mio meglio…Ora mi dicono di chiudere ancora. Va bene. Anch’io voglio che sparisca il virus, ma la preoccupazione più grossa l’ho vista negli occhi dei miei collaboratori che sanno già lo sforzo che ho fatto a primavera e hanno paura che questa volta io non possa farcela. Hanno paura che malgrado nel nostro ristorante non ci siano assembramenti, Io alla fine del mese al posto dello stipendio gli dica: “Dai su”…….. Ecco perdonatemi lo sfogo lungo e sentito. Lo dovevo alla mia famiglia.
Con affetto, Mario Galbiati
P.S.
Come diceva San Filippo Neri: state buoni se potete
