Monza il barbone che purtava i scarp del tenis

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Monza il barbone che “El portava i scarp del tenis, parlava de per lù, l’è il primo a men à via”. E lo hanno portato via. Davvero. Galbusera Giuseppe, anni 74, di provenienza “indefinita” sembra uscito veramente da una canzone di Enzo Jannacci di qualche anno fa. È lui. Proprio lui. Il barbone (anche non in senso figurato vista la folta peluria facciale) che da anni fa parte dell’arredo urbano all’ombra del Duomo. Innocuo come la maggior parte dei suoi coetanei. Silenzioso al pari di certi pensionati taciturni. Vaporoso di essenze non proprio da profumeria. Se riuscivi a vincere l’olfatto “stonato” e “tradito” (l’ho fatto tante volte in questi anni…) ti poteva anche raccontare la sua storia. Fatta di “balle”, un pizzico di verità e tanta sfortuna. Sempre presente estate, inverno. Il fiasco del vino. Qualche cosa da mangiare nel sacco. Una pizza fuori orario e il pisolino su di una sedia dell'”Isola” di Monza. Poi la sera il treno per Lesmo. perchè avesse scelto queste due città per trascorrere la parte restante della sua vita rimane un mistero. Qualche mese fa lo avevano pure menato in stazione perchè proprio era un barbone. Così per divertimento. Ora lo hanno arrestato i carabinieri.

Monza il barbone

Aveva delle pendenze giudiziarie passate in giudicato di cui la legge si ricorda tardi e spesso fuori tempo. Come certe entrate di Chiellini della Juventus. È in carcere e non può essere messo ai domiciliari (vista l’età e le condizioni di salute potrebbe), ma c’è un ma. È un barbone e casa non ne ha ha. In attesa che qualche mano caritatevole e i frati provvedano, dovrà passare il weekend in una suite con le sbarre in via Sanqurico. Che a differenza del nome da pittore, a Monza, proprio un posto “ambito”. Tornerà. Ne sono sicuro. Che il cuore tenero non sia una dote di cui sian colmi i carabinieri lo so da Fabrizio De Andrè. Ma sono altrettanto sicuro che, tolta la politica, anche qualche magistrato non abbia un bidone della spazzatura al posto del cuore… Auguri Galbusera, Monza sei un po’ anche tu…

Marco Pirola

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