Monza i passi felpati del Cancelliere della sezione I e IV vanno in pensione. La vecchia guardia passa nella riserva. Il terzo Tribunale d’Italia perde Mattia, un pezzo della sua storia. Da oggi (lunedì 30 novembre ndr) se ne va verso il meritato riposo, Mattia Iavarone. Silente colonna del Palazzaccio di piazza Garibaldi da decenni. Pilastro di molti avvocati che si sono affidati alla sua “napoletanità” nel risolvere i mille e un problema in pochi attimi senza aspettare le lungaggini della burocrazia.
Mattia come James Bond
Classe di ferro 1953. La stessa di Pierce Brosnan che ha impersonato l’agente segreto più famoso al mondo per anni. Ma di segreto l’uomo del Tribunale nato in provincia di Napoli a Torre del Greco, aveva ben poco. Silenzioso tagliente con le sue battute nate all’ombra del Vesuvio era uno specchio trasparente. Non diceva mai una cosa fuori posto. O si può fare e la faccio oppure ti metteva la mano sulla spalla e gli occhi ti convincevano a girare oltre. Arrivato laggiù o lassù a seconda dei punti di vista, insomma sbarcato in Tribunale nel 1985. Precisamente nel marzo di quell’anno.
Monza i passi felpati, l’aneddoto
Partenopeo verace e parte no. Della sua terra ha mantenuto tutte le caratteristiche di simpatia. Parte no perchè della Brianza aveva assimilato negli anni la laboriosità calvinista tipica di queste zone. Avevo appena iniziato a fare il “mestieraccio”. Era primavera del 1990. O giù di lì. Poco importa. Per me passare dai corridoi del primo piano era come essere nel labirinto del Minotauro. Blocco degli appunti in mano. Quattro penne di scorta onde evitare improvviso black out. Passo una porta semichiusa e sento un urlo felpato. “Forza Napoli”. La squadra di Maradona aveva appena vinto lo scudetto. Il secondo. Era felice come un bambino. Gli avevano detto che il corrispondente de Il Giornale di Montanelli (io) si aggirava perso nei corridoi. Si era informato (come James Bond) sulla mia squadra preferita che quell’anno non aveva certo brillato. Ecco. Quel grido felpato me lo sono portato dietro per anni. Buona pensione Mattia. Gli anni scorrono. Sono certi pomeriggi ad aspettare le sentenze che non passavano mai. Grazie per la compagnia e le tue battute.
Marco Pirola